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Yara, il film italiano che diventa un successo internazionale su Netflix

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Yara, il film italiano che diventa un successo internazionale su Netflix

Al 5° posto per i film più visti su Netflix, il film italiano deve il suo successo alla piattaforma streaming. “Yara” racconta una triste notizia italiana sulla scomparsa e l’omicidio di una ragazzina di 13 anni, Yara Gambirasio, vicino a Bergamo nel 2010.

Dopo soli tre giorni sul grande schermo nelle sale, il film italiano “Yara” è sbarcato sulla piattaforma streaming Netflix il 5 novembre, riscuotendo il suo più grande successo.
In poco più di 10 giorni, il film di Marco Tullio Giordana è salito al 5° posto tra i film più visti sulla piattaforma, che conta più di 200 milioni di abbonati in circa 200 paesi del mondo. Il lungometraggio italiano è al 1° posto in Italia, ma soprattutto al 2° in Spagna, al 3° in Francia e al 6° negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.

Yara, invece, si occupa di una storia poco conosciuta all’estero, anche se purtroppo molto conosciuta in Italia. Il film racconta la scomparsa e l’omicidio di Yara Gambirasio nel 2010 vicino a Bergamo, quando la ragazza di 13 anni lasciava la palestra situata a 700 metri da casa sua. Racconta soprattutto della complessa e inedita indagine che ha permesso di risalire al profilo genetico dell’autore dell’omicidio.

Il caso Yara, storia di un’inchiesta eccezionale

Il direttore di Cento passi e di I nostri anni migliori ha raccontato l’angoscia che ha attanagliato tutta l’Italia tra la scomparsa di Yara nel novembre 2010 e l’inaspettato ritrovamento del corpo tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, a 10 km da Brembate di Sopra (vicino a Bergamo). Le tracce di DNA trovate servono a poco senza un file con cui confrontarle. Un ostacolo che il magistrato Letizia Ruggeri, interpretata da Isabella Ragonese, ha saputo smantellare operando una vasta e costosa indagine genetica che ha permesso di raccogliere migliaia e migliaia di campioni per estrarre il DNA del responsabile. L’autore dell’omicidio è in carcere dal 16 giugno 2014. Condannato all’ergastolo dal Tribunale di Assisi nel luglio 2016, non ha mai smesso di proclamarsi innocente.

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