Martedì i ministri degli esteri di Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita hanno invitato i leader libanesi a superare le loro divergenze per risolvere la crisi che sta affrontando il loro paese.
Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha parlato con i suoi omologhi francese e saudita durante un incontro improvvisato a margine della riunione del G-20 a Matera, nel sud Italia.
I tre diplomatici hanno sottolineato “la necessità per i leader libanesi di mostrare una vera leadership attuando riforme urgenti per stabilizzare l’economia e portare sollievo al popolo libanese”, ha scritto Blinken su Twitter.
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Il Libano e il suo governo sono in crisi dalla massiccia esplosione a Beirut nell’agosto 2020, che ha causato la morte di oltre 200 persone e ha devastato la città. Il Libano sta affrontando una grave carenza (di carburante…) e un calo della sua valuta.
Gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e la Francia – le ex potenze coloniali – svolgono un ruolo importante in Libano. Insieme, hanno co-sviluppato l’Accordo di Taif nel 1989 che ha posto fine alla guerra civile dal 1975 e ha stabilito un complesso accordo di condivisione del potere tra le varie comunità del paese.
Un altro attore importante è l’Iran, che sostiene il potente movimento terroristico sciita Hezbollah.
Blinken ha parlato del Libano in diverse occasioni durante il suo tour europeo di una settimana, in particolare con Papa Francesco e il suo omologo francese Jean-Yves Le Drian, che ha incontrato venerdì a Parigi.
Il ministro degli Esteri ha anche incontrato separatamente il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan, che ha affermato di aver discusso con lui della guerra in Yemen e dei diritti umani.
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