L’equipaggio della missione della NASA è appena emerso dall’habitat di Marte dove è stato confinato per più di un anno. Ma lo sapevi? Questi “astronauti” non hanno mai lasciato la Terra! È stato un viaggio immaginario, un esperimento scientifico. Ti spiego.
Viaggio finto, vera missione
La NASA vuole inviare astronauti su Marte negli anni ’30 e questo pianeta si trova a circa 225 milioni di chilometri dalla Terra. Una bella spedizione! Perché tutto vada bene, devi prima eseguire diversi test.
Uno di questi test è la missione CHAPEA-1. Un esperimento che ricrea le condizioni di vita su una base marziana. Perché ? Vediamo come noi esseri umani possiamo gestire questo pianeta.
Così quattro esploratori (uno scienziato, un medico, un ingegnere aeronautico e un comandante) rimangono intrappolati (sulla Terra!) in un minuscolo habitat dal quale potranno ripartire solo alla fine della missione… con 378 giorni di ritardo.
Vita quotidiana di un finto astronauta
Questi esploratori avevano una lunga lista di cose da fare.
Primo: fare gite su Marte. Intorno alla stazione è stato creato un ambiente esterno ricoperto di sabbia (come il Pianeta Rosso). Gli esploratori, indossando tute spaziali, dovevano raccogliere campioni di terreno e mantenere la loro attrezzatura.
Avanti: coltivare ortaggi. La stazione è dotata di una vertical farm. Integratore vegetale ai pasti a base di alimenti essiccati preparati prima del volo. Ma attenzione: cibo e acqua erano disponibili in quantità molto limitate.
Quindi: comunicare con il centro di controllo della NASA. Poiché Marte è così lontano, i messaggi vengono spesso trasmessi con un ritardo di 20 minuti. In caso di emergenza, la squadra ha dovuto provvedere a se stessa, senza aspettare una risposta dalla Terra.
Soprattutto: dovevamo essere d’accordo!
Come è successo?
Sabato i quattro quasi-marziani hanno lasciato la loro terra natale per la prima volta dopo più di un anno. Erano tutti profondamente colpiti.
Il comandante della missione Kelly Haston ha detto ai giornalisti: “CHAPEA-1 è stata un’esperienza unica, con grandi sfide, grandi gioie e grandi dolori. Molto duro lavoro, ma anche divertente!”.
Ma perché andare su Marte? La risposta della responsabile scientifica della missione, Anca Celario, è questa: “Perché è possibile, perché lo spazio può unirci e far emergere il meglio di noi”. »
Camilla LópezNotizie sull’asso
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