Trentadue passi. I segreti di Villa Malaparte
di Pierre de Gasquet
Stock, 282 pagine, 20€. Uscirà il 17 maggio.
Capolavoro dello scrittore
È una delle installazioni XX più famoseH secolo, ma non è visitabile. Si vede solo da una strada, a mezz’ora di cammino dal centro di Capri. Per saperne di più, date un’occhiata a fotografie, film o libri, come quelli che verranno pubblicati tra pochi giorni da Pierre de Gasquet, giornalista di riverbero Ama molto l’Italia. Un libro abbondante ce lo fa capire: lo scrittore Curzio Malaparte (1898-1957) è autore di tre capolavori: CabotE Pelle e la sua casa, costruita tra il 1938 e il 1943 su uno sperone roccioso a picco sul mare di Capri.
► Uomo a parte
Nato in Toscana da padre tedesco e madre italiana, Kurt Suckert prese il nome di Curzio Malaparte nel 1925. Giornalista e scrittore, questo polemista si dedicò al fascismo prima di prendere rapidamente le distanze dal regime di Mussolini. Questo gli è valso i domiciliari per più di un anno nell’isola di Lipari. Al ritorno da questa residenza forzata, decise di costruire un rifugio a Capri. Nel gennaio 1937 acquista un piccolo appezzamento di terreno arroccato su Capo Masolo, con una superficie pianeggiante lunga 60 metri e larga 12.
La casa delle ironie
Malaparte chiamò uno degli architetti più famosi dell’epoca, Adalberto Libera, per chiederglielo “a casa come me” (Casa gay). Ma il progetto immaginato da Libera – mai giunto in cantiere – fu presto respinto.
Con un costruttore locale, Adolfo Amitrano, l’impiegato progettò una casa lunga (54m per 10m), con pareti rosso pompeiano. “Sfida tutte le nozioni di comfort e di buon o cattivo gusto, scrive Pierre de Gasquet. Non è né comodo né imponente. Appartato senza pregiudizi, monastico e lussuoso allo stesso tempo, futuristico e duraturo. »
I trentadue passi
L’immagine autoimposta della villa è quella della scala esterna che sale al tetto del solarium. Contiene 32 gradini che si espandono verso l’alto. Questo sorprendente disegno è stato senza dubbio ispirato da Malaparte dalla parves della chiesa di Lipari. Ad ogni passo, la scala si allarga verso il cielo come due braccia aperte di vittoria, Secondo l’ingegnere Karim Basbous. Chiunque vi si avventuri, anche il più umile degli uomini, viene subito glorificato. »
► Le finestre sono come quadri
La stanza più grande della casa, che Malaparte chiamava atrio, ha grandi finestre che incorniciano il magnifico panorama, in particolare i Faraglioni, tre aghi di pietra piantati nel mare. Malaparte ha circondato queste finestre con modanature in castagno, come se fosse un quadro. In PelleQualcuno chiede all’impiegato se ha progettato la sua casa. Lui risponde: “Ho dipinto solo paesaggi.”
► Una leggenda contemporanea
La casa ora appartiene ai discendenti di Malaparte. Aprono le porte ad architetti e artisti, come ha già fatto l’autore dell’edificio. Nel 1950 lo scrittore francese Raymond Guérin pubblicò, dopo il suo soggiorno alla Villa dalla parte di Malaparte. Fotografi come François Hallard o Karl Lagerfeld l’hanno ingrandita. In particolare, Jean-Luc Godard vi girò parte del suo film nel 1963 disprezzo. Indimenticabile la scena della rottura tra Brigitte Bardot e Michel Piccoli sul tetto della villa.
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