Wallis
Recupero per mancato pagamento dei pedaggi in Italia
La polizia cantonale vuole essere rassicurante: le fatture ricevute dagli automobilisti dalla società di riscossione Gestione Rischi non costituiscono una truffa.
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I segni indicano che devi andare su Internet per pagare.
polizia cantonale VS
Da diversi giorni gli automobilisti vallesani, e sicuramente di tutta la Romandia, che hanno utilizzato l’autostrada italiana A36 tra Cassano Magnano e Lentate sul Seveso in Lombardia, tra il 2018 e il 2019, sono preoccupati per aver ricevuto una lettera dalla società di recupero Gestione Rischi per mancato pagamento dei pedaggi. Ma questa non è una truffa.
Questo tratto autostradale, lungo un centinaio di chilometri, è infatti soggetto a pedaggio. Tuttavia, non ci sono barriere fisiche o stazioni di pagamento. I pannelli indicativi si limitano a menzionare l’obbligo per l’automobilista di annunciarsi entro quindici giorni dal proprio passaggio, sul sito www.pedemontana.com, per effettuare il pagamento. Tuttavia, la polizia cantonale invita gli automobilisti a consultare correttamente gli estremi della fattura, in particolare la data, l’ora e la targa del proprio veicolo, prima del pagamento.
Si noti che l’autostrada in questione è di proprietà di una società privata. La situazione non è quindi paragonabile a quella che aveva portato, qualche settimana fa, davanti al Tribunale federale due dirigenti di una società di riscossione. Nel loro caso, la giustizia aveva ritenuto che i due uomini avessero compiuto senza diritto un atto per conto di uno Stato estero.
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(XFZ/comunicazione)
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