A poche ore dalla pubblicazione di questi pochi indizi che non lasciavano dubbi sull’identità del futuro allenatore, Sarri noto per essere un accanito fumatore oltre ad essere un tecnico esigente e innovativo con il suo celebre “Sarriball”, la Lazio ha ufficializzato la notizia con un breve comunicato stampa: “Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della prima squadra”.
Sarri succede in panchina a Simone Inzaghi, partito per l’Inter dopo cinque anni al Lazio.
Dalla pubblicazione dell’enigmatico tweet, con la foto della sigaretta, una tuta con i colori della Lazio e il disegno di un banco, la stampa italiana aveva acquisito la certezza dell’arrivo dell’ex allenatore del Napoli, il Juve e Chelsea.
Tutto era stato concluso da diversi giorni con il tecnico toscano, e in particolare la durata del contratto (due anni), secondo diversi media italiani.
Sarri, 62 anni, era stato allontanato dalla Juve al termine di una sola stagione sulla panchina del Torino, lo scorso agosto, il giorno dopo l’eliminazione agli ottavi di Champions League contro il Lione, nonostante il titolo di campione d’Italia. Andrea Pirlo lo aveva sostituito.
Dopo i buoni anni napoletani (2015-18), con tre stagioni di fila nella Top 3 in Italia, e la parentesi al Chelsea costellata da un successo in Europa League (2019), il suo primo trofeo, Spesso non era davvero riuscito a sviluppare le sue ambizioni di bella recita alla “Vecchia signora”.
L’obiettivo assegnato al tecnico toscano, 62 anni, sarà quello di riportare la Lazio in Champions League, obiettivo mancato in questa stagione con un deludente sesto posto a dieci lunghezze dalla Top 4. In C1, il club romano ha raggiunto la scorsa stagione il ottavi di finale (battuto dal Bayern Monaco, 1-4, 1-2) per il suo ritorno nella “grande Europa” dopo 13 anni di assenza.
Maurizio Sarri, allenatore carismatico e colorito, con la sua sigaretta eterna, ha avuto una carriera atipica, iniziata nel profondo delle serie inferiori italiane, a margine dei piccoli club toscani di cui si occupava parallelamente al proseguimento della sua attività di banchiere durante la settimana.
Meno del Chelsea o della Juve, dove non è rimasto abbastanza a lungo per lasciare il segno, era a Napoli che Sarri aveva conosciuto il suo periodo di massimo splendore con il suo “Sarriball”, questo gioco di possesso palla e combinazioni sofisticate.
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