venerdì, Novembre 22, 2024
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una cinquantina di migranti in difficoltà soccorsi dalla guardia costiera

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Un ente di beneficenza che monitora le barche dei migranti nel Mediterraneo ha dichiarato lunedì (2 gennaio) che la guardia costiera italiana ha portato in salvo circa 50 persone dopo ripetute richieste di aiuto.

Alarm Phone, che gestisce una hotline per i migranti in difficoltà, ha dichiarato su Twitter “sollevato per confermare che la guardia costiera italiana ha finalmente soccorso” persone, che domenica avevano iniziato a chiedere aiuto. Non sono state fornite ulteriori informazioni sui soccorsi.

L’ONG Medici Senza Frontiere (MSF) ha detto lunedì scorso che stava andando a soccorrere una barca di migranti in difficoltà, temendo che avrebbe violato la nuova legge del governo italiano di estrema destra sui soccorsi in mare.

Da 45 a 50 persone perse in mare

“Ci stiamo dirigendo verso la barca in pericolo, per aiutare”L’addetto stampa di MSF Maurizio Debanne ha detto dopo che la nave della ONG, la Geo Barents, è stata avvertita che 45-50 persone disperse in mare avevano bisogno di aiuto.

“Abbiamo subito chiesto il permesso di intervenire alle autorità italiane, ma non abbiamo ricevuto rispostaha precisato. Secondo le leggi internazionali e le convenzioni marittime, siamo obbligati ad aiutare chi è in pericolo”.

Questo intervento avrebbe potuto contrapporre l’ente di beneficenza alle autorità italiane a causa di una nuova legge entrata in vigore lunedì, che mira a limitare il numero di persone portate a terra limitando il numero di operazioni di soccorso che le ONG possono effettuare in un viaggio in mare.

Nuovo decreto firmato lunedì

La ONG ha quindi indicato che non stava più cercando la barca. Lunedì scorso, MSF ha pubblicato una serie di tweet indicando che soccorre solo imbarcazioni in difficoltà su richiesta delle autorità italiane. L’organizzazione ha aggiunto che la Roma aveva chiesto la possibilità di non intervenire, perché la situazione era “gestito dalla Libia”.

Il nuovo decreto è stato firmato lunedì dal presidente e ora sta passando in parlamento per essere convertito in legge entro 60 giorni, durante i quali può subire modifiche.

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