Le persone con trisomia 21, circa una ogni 800 nascite, hanno un cromosoma in più. Questo cromosoma in più ha una caratteristica che spiegherebbe una delle manifestazioni cliniche della malattia: il declino cognitivo. Tuttavia, questo può essere migliorato grazie a un trattamento che è stato testato con successo dagli scienziati di Inserm (Lille) e del centro globale dell’Hospital Vaudois (Losanna) su un piccolo gruppo di persone con trisomia 21.
I ricercatori hanno proceduto con diversi passaggi, descritti nella recensione Scienza. Il team del Laboratorio di Neuroscienze e Cognizione di Lille (Inserm/Università di Lille/CHU a Lille) ha iniziato con una recente scoperta relativa al neuroormone GnRH, che è coinvolto nell’inizio della pubertà e della fertilità. È stato recentemente noto che svolge anche un ruolo nel mantenimento della funzione cognitiva. Quindi i ricercatori hanno utilizzato topi geneticamente modificati per riprodurre la trisomia umana, al fine di studiare il meccanismo di regolazione del GnRH in questo contesto.
Anomalia neurologica
Hanno scoperto che cinque filamenti di microRNA coinvolti nella produzione di questo ormone situato sul cromosoma 21 sono stati modificati. In altre parole, in un modello murino di trisomia 21, è stata osservata un’anomalia nei neuroni che secernono GnRH. Questo porta a un progressivo deterioramento cognitivo.
È irreversibile o è possibile invertire? È qui che entrano in gioco i medici del Centro Ospedaliero Universitario Vu, specializzati nel trattamento del deficit congenito di GnRH, una malattia rara che si manifesta in assenza di pubertà spontanea negli adolescenti. Il trattamento, che consiste nell’iniettare GnRH riproducendo il ritmo pulsante naturale di secrezione di questo ormone, è stato testato in un modello murino di trisomia 21 per vedere se potesse agire sulla funzione cognitiva.
Con successo, il team ha dimostrato che, entro soli 15 giorni da un trattamento simile al protocollo pianificato, i topi avevano ripristinato le funzioni cognitive. E ha deciso di fare il passo successivo: testare l’efficacia del trattamento negli esseri umani. Quindi è stato condotto uno studio clinico pilota su sette uomini con trisomia 21, di età compresa tra 20 e 50 anni.
6 pazienti su 7
Entrambi i partecipanti hanno ricevuto una dose di GnRH ogni 2 ore per via sottocutanea per 6 mesi, utilizzando una pompa posizionata sul braccio. Alla fine dello studio, i test cognitivi hanno mostrato prestazioni migliorate in 6 pazienti su 7: migliore rappresentazione 3D, migliore comprensione delle istruzioni e miglioramento del pensiero, dell’attenzione e della memoria episodica. Cambiamenti visibili alla risonanza magnetica.
Questi risultati indicano che il trattamento con GnRH pulsato produce effetti sul cervello, in particolare migliorando la comunicazione tra specifiche regioni della corteccia, rendendo possibile il miglioramento della funzione cognitiva. Pertanto, questo trattamento è promettente, e non solo per le persone con trisomia 21: è possibile che siano coinvolte alcune malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. A condizione che il trattamento sia convalidato più ampiamente, anche nelle donne.
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