Nel parco nazionale vicino a Roma, altamente turistico, i residenti mantengono una tradizione di buon vicinato con i cani, che non è mai scomparsa. Un’eccezione in un momento in cui molti Paesi europei, tra cui la Svizzera, dichiarano guerra agli animali predatori
Sono una ventina, posizionati ai piedi della montagna con i loro teleobiettivi, osservano le colline in religioso silenzio. Hanno cappelli, macchine fotografiche, binocoli e poi tutto l’armamentario di un fotografo naturalista di vedetta: reti mimetiche marrone kaki, poncho “ghillie” ricoperti di fili verdi variegati che imitano il movimento delle foglie, sedie pieghevoli e cuscini per l’isolamento. . Glutei o ginocchia per il freddo mattutino. Uno di loro si è addirittura seduto a faccia in giù per terra in posizione da cecchino. Vasto spazio all’aperto? Non reale. A centinaia di metri di distanza, una mandria di mucche pascola. Il trattore del proprietario passa davanti al piccolo assembramento e poi di nuovo silenzio.
All’improvviso, la sagoma di un cucciolo di lupo appare in cima alla montagna, facendo apparire un proiettile. Come per completare la scena, il mostro emise una canzone che avrebbe strappato lacrime dal mirino di un cecchino. La scarica di adrenalina, il picco, il declino. L’animale è già scappato, lasciando dietro di sé una serie di foto che verranno pubblicate su Instagram.
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.