© Lea Pasqualino / Kafak Film
In onda il 22 maggio alle 21:10 su ARTE
Tommaso Buscetta aveva tutto, dai personaggi eccitanti, tranne che non era niente di speciale: attivo a Palermo per conto di Cosa Nostra, il ragazzo era stato a lungo coinvolto negli affari basilari di questa organizzazione criminale. Fino al giorno in cui la sanguinosa guerra tra clan iniziata dal villain Toto Rena lo spingerà a fare squadra con il celebre giudice Giovanni Falcone. Per la giustizia diventerà un pentito, per i mafiosi sarà un traditore. Le sue confessioni avrebbero portato alla cessazione di un gran numero dei suoi ex complici, in un processo imponente e clamoroso a metà degli anni ’80. Beneficerà di una seconda vita negli Stati Uniti, grazie al programma di protezione dei testimoni, con una nuova identità e con l’uso della chirurgia plastica per cambiare il suo aspetto.
Non c’è da stupirsi che questo viaggio si concluda con un cinema stimolante. Marco Bellocchio, gran parte del suo lavoro cerca di scrutare la società italiana e si è sviluppato brillantemente in il traditore Il quadro complesso e affascinante di un gangster e del suo ambiente. Facendo sempre attenzione a non cadere nel fascino malsano, e ricordando puntualmente nel suo film che Busetta non era un chierichetto. Pierfrancesco Savino, attore famoso in Italia, porta i suoi lineamenti al penitente e dà una straordinaria performance di imitazione. Lo ritroviamo anche nel meraviglioso documentario della seconda parte della serata, impreziosito da tanti archivi e interviste. Più alcune curiosità sulle riprese del film, inclusa una relativa alle enormi comparse della scena del processo, tra cui voleva scivolare in veri detenuti con proporzioni alquanto inquietanti. Notando che la mafia, lontana dalla finzione, è ancora una realtà che affligge ancora l’Italia.
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