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Sport | C4: Mourinho presenta alla Roma il suo primo titolo europeo

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Sport |  C4: Mourinho presenta alla Roma il suo primo titolo europeo

ROMA – Jose Mourinho ha confermato le sue doti di portafortuna del calcio italiano presentando alla Roma il suo primo titolo europeo, la nuova European League Conference, battendo il Feyenoord Rotterdam (1-0) in una difficile finale mercoledì a Tirana.

La Roma si è affidata a una sequenza impressionante di Niccolò Zaniolo per aprire una partita chiusa (32) e poi a guanti – e listini – del portiere Rui Patricio per respingere poi l’olandese.

Questa breve vittoria merita il primo titolo internazionale del Wolf, dopo due sconfitte finali (1984 in C1, 1991 in C3), se si esclude il successo nel 1961 nella Fairgrounds Cup, predecessore non ufficiale della European League.

Mourinho ha commentato: “Ho detto ai giocatori che hanno fatto il loro lavoro per qualificarsi all’Europa League (con il sesto posto in campionato). Oggi non è stato un successo, era storia scritta”.

“Questo titolo è nella storia della Roma, ma è anche mio”, ha aggiunto il finalista europeo, che ha vinto il suo quinto titolo continentale, dopo due Champions League (2004 con l’FC Porto, 2010 con l’Inter) e Champions League. Dorian Europa League (2003 con l’FC Porto, 2017 con il Manchester United).

Se contiamo il suo successo nella Coupe des Coupes (defunta C2) come assistente dell’FC Barcelona, ​​combina le quattro Coppe dei Campioni.

– Schermo allo Stadio Olimpico –

La sua vittoria in panchina in C1 è stata anche l’ultima per una squadra italiana sulla scena europea. Quindi è stato necessario aspettare dodici anni prima che i portoghesi tornassero in Italia per vedere una squadra di Serie A alzare di nuovo un trofeo in Europa.

Abbastanza per mantenere viva la mania di Mourinho allo Stadio Olimpico, dove mercoledì decine di migliaia di romani si sono radunati per assistere sul grande schermo a questa storica vittoria, secondo Sky Sport.

Il numero di spettatori era circa la metà di quello dello stadio di Tirana (21.000 posti), troppo piccolo per ospitare i 100.000 tifosi di entrambe le squadre scesi in Albania. Con tensioni chiave, arresti e l’espulsione di Tiffus.

Nello stadio non ci sono state segnalazioni eccessive anche se un aereo gonfiabile di due banane ha fatto reagire alcuni osservatori. Nel 2015, durante un precedente match tra i due club, il lancio di una gigantesca banana di plastica alle file della Nazionale italiana è stato interpretato sui social come un atto dai connotati razzisti.

La finale all’inizio sembrava una partita a scacchi, con due blocchi stretti e pieno impegno.

Henrikh Mkhitaryan, preparato da Mourinho nonostante l’assenza di partite (era assente per infortunio da fine aprile), non ha tenuto il passo, vittima di una battuta d’arresto alla coscia destra dopo un quarto d’ora.

– Spinazzola in soccorso –

Il vantaggio è arrivato da Gianluca Mancini, dove ha trovato in area Niccol Zaniolo, che ha aperto la porta di petto prima di segnare con la punta del sinistro (32).

Il resto è stato in gran parte dovuto ai guanti e ai bastoncini di Rui Patricio.

Inizialmente non troppo calmo su un tiro fondamentale di Orkun Kökçü (41° posizione), il portiere portoghese della Roma ha sferrato due gol decisivi sulle reti di Guus Til (47° posizione) e soprattutto di Tyrell Malacia (50° posizione), che in queste azioni ha anche parato importi!

Il tono è stato dato nel secondo tempo da un record diverso, con gli olandesi in attacco e la retrocessione della Roma, con Leonardo Spinazzola che torna in soccorso nella ripresa.

Jordan Veritot (73), al posto dell’attaccante Zaniolo, poi Lorenzo Pellegrini (85) avrebbero potuto dare un po’ d’aria a Mourinho, ma si sono anche innamorati dell’attento portiere olandese Justin Bigelow.

Per alzare le braccia al cielo, il portoghese ha dovuto aspettare altri lunghi minuti di tempo supplementare. Ma tiene bene questo trofeo che gli ha permesso di concludere con un dolce grido di gioia questa stagione finendo lontano dai primi quattro in Serie A, e addirittura dietro alla Lazio Roma, al sesto posto. Ma una tazzina cambia tutto.

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