L'organizzazione non governativa tedesca Sea Eye ha annunciato l'intenzione di sporgere denuncia contro le autorità italiane per aver ordinato il blocco della sua nave “Sea Eye 4” per 60 giorni nel porto di Reggio Calabria, nel sud dell'Italia. . Nelle ultime ore sono sbarcati in questo porto i 144 migranti soccorsi dalla nave umanitaria nel Mediterraneo centrale.
La ONG avvierà un procedimento davanti ai tribunali competenti, contestando così il motivo addotto del blocco. Secondo le autorità italiane la nave ha interrotto un’operazione della guardia costiera libica, cosa che Sea Eye contesta categoricamente.
“Sea Eye” spiega che la presunta guardia costiera libica è arrivata ad alta velocità, mentre Sea Eye aveva già iniziato a evacuare il gommone in pericolo. Inoltre, sostiene che i libici abbiano agito in modo sconsiderato puntando le armi contro l’equipaggio della nave di salvataggio.
Sono sbarcati a Reggio Calabria i 144 migranti soccorsi a bordo della “Sea Eye 4”, tra cui 20 minori non accompagnati, due neonati e diverse famiglie. Il primo gruppo di 84 migranti proviene da diversi paesi come Gambia, Costa d'Avorio, Somalia, Camerun, Etiopia, Guinea, Mali, Senegal e Ghana, mentre il secondo gruppo di 60 migranti proviene da Siria, Egitto, Bangladesh, Pakistan, Sudan e Burkina Faso.
Inoltre, anche la nave umanitaria “Sea Watch 5” è stata bloccata per 20 giorni dalle autorità italiane nel porto di Pozzuolo, nel sud Italia, dopo aver sbarcato 51 migranti e il corpo di un giovane deceduto. Sea Watch contesta questa decisione e intende impugnare il provvedimento in tribunale, sottolineando l'importanza di non ostacolare le operazioni di salvataggio in mare.
Inoltre, la Corte Suprema italiana ha recentemente consolidato la giurisprudenza ritenendo che la Libia non fosse un porto sicuro, aprendo così la strada a possibili ricorsi da parte di ONG umanitarie e mettendo in discussione la politica migratoria del governo italiano.