Un “debito” problematico
Il 6 novembre Edi Rama ha dichiarato che “non avrebbe concluso questo accordo con nessun altro Stato dell’UE. Il debito che abbiamo nei confronti dell’Italia non viene pagato. Se l’Italia chiama, l’Albania c’è”. Questi commenti hanno suscitato forti reazioni in Albania. L'analista Fatos Lubonja si è chiesto a quale “debito” si riferisse il primo ministro, non senza ricordare che l'Italia di Mussolini aveva invaso l'Albania nel 1939. Per lui il rapporto tra i due paesi resta di carattere “neocoloniale”. “, mentre decine di migliaia di albanesi andarono in esilio in Italia dopo la caduta del comunismo nella speranza di una vita migliore.
Edi Rama assicura che, a parte i costi sostenuti per il soggiorno dei richiedenti asilo, a Roma non verrà richiesto alcun compenso economico. Del resto, l’Albania era già venuta in soccorso dell’Italia nel 2018, accogliendo una ventina di migranti a bordo di una nave bloccata nel porto di Catania, sulla quale l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva rifiutato di far sbarcare.
In realtà l’Albania accoglie tantissime persone. Nel 2013 Sali Berisha, predecessore di Edi Rama, ha firmato un accordo con gli Stati Uniti, i cui termini esatti non sono mai stati resi pubblici. Prevedeva il trasferimento di 230 mujaheddin del popolo iraniano, oppositori del regime di Teheran, allora rifugiati in Iraq. Edi Rama si è affrettato ad ampliare la collaborazione e il campo Ashraf 3, non lontano dal porto di Durazzo, ospita oggi 3mila iraniani, che hanno ricostituito una piccola cittadina chiusa al mondo esterno.
Nell’agosto 2021, dopo la caduta di Kabul, l’Albania ha accolto, come i vicini Kosovo e Macedonia del Nord, ex collaboratori afghani delle forze internazionali evacuati nella più totale confusione. Questi ultimi dovevano risiedere nei Balcani mentre veniva esaminata la loro richiesta di visto per gli Stati Uniti o per un Paese terzo. Molti hanno ottenuto il prezioso sesamo, ma non sappiamo nulla di coloro a cui è stato rifiutato. Solo la polizia del Kosovo ha segnalato che “alcune decine di persone” non hanno ottenuto asilo, assicurando di “restare in contatto” con loro, senza voler rivelare la loro ubicazione…
Adesione all’UE in vista
Nonostante le smentite del suo primo ministro, l’Albania sta probabilmente pagando in sonati contanti la sua accoglienza. La questione, però, è più politica che economica. Leader del Partito Socialista (PS), Edi Rama mostra la sua “amicizia” con tutti i successivi capi del governo italiano, “l’amico Renzi”, “l’amico Di Maio”, e ora la neofascista Giorgia Meloni. Con le sue ripetute offerte di servizio, Edi Rama vuole dimostrare quanto il suo Paese sappia “assumersi le proprie responsabilità” e quindi meriti di aderire all'Unione Europea, con la quale i negoziati di adesione sono appena iniziati.
Quanto al governo italiano, è deciso ad aprire i centri di accoglienza il più rapidamente possibile, probabilmente per poter comunicare su questo “trasferimento degli oneri” in Albania prima delle prossime elezioni europee. Anche il patto italo-albanese potrebbe essere emulato. Già nel 2015 l’Unione Europea stava valutando l’apertura di hotspot destinati ai migranti fuori dai suoi confini, ad esempio in Tunisia o… in Albania. D’ora in poi paesi come l’Austria, la Croazia o l’Ungheria potrebbero essere tentati di negoziare l’apertura di centri di accoglienza in Bosnia-Erzegovina o in Serbia.