piattaforma. La decisione dell’Australia di rescindere bruscamente un contratto per la fornitura di dodici sottomarini a propulsione convenzionale è un duro colpo per la nostra “base industriale e tecnologica della difesa”. Ovviamente per Naval Group e Thales. Ma anche per un gran numero di subappaltatori di piccole e medie dimensioni.
Diciamolo chiaro: se questo triste caso è pericoloso per il piano economico, allora l’inadempimento di questo contratto non deve nulla a possibili inadempienze da parte degli industriali coinvolti nel progetto. Perché le ragioni di questo fallimento, come tutti hanno subito capito, derivano da considerazioni geopolitiche che si possono riassumere in una semplice idea: l’America, soprattutto quando è stata umiliata in Afghanistan, non tiene i guanti con i suoi alleati nel confronto con la Cina.
Ristrutturazione e aggiornamento
Di fronte a questa situazione, scartate grandi prese di posizione e discorsi, bisogna tornare ai fatti, senza i quali, come ha ricordato il generale de Gaulle, in politica non si può fare nulla di potente. Tuttavia, in realtà, c’è una cosa da ricordare: se il Mar Cinese è dall’altra parte del mondo, e sebbene la Francia, potenza navale mondiale, abbia interessi ovunque sul pianeta, le questioni marittime sono più vicine, soprattutto nel Mar Mediterraneo orientale. Per la Francia e l’Europa, questa è un’area vitale.
È necessario ricordare che la crisi migratoria di fondo che ha afflitto i paesi dell’UE è in gran parte superata? Dovremmo insistere sul fatto che il Medio Oriente è buono, al contrario dell’America, che non deve subire gli effetti di errori che si concede, una polveriera alla nostra porta? Ci siamo davvero resi conto che nel Mediterraneo orientale l’ascesa della Russia occupata si manifesta sempre più dentro e sotto il mare? Basta questo a illustrare quanto sia difficile immaginare che la Francia, dopo il grande scacco geopolitico che ha subito in Australia, accetti di vedere fratturata la sua posizione anche nel Mediterraneo.
In tale contesto assume una dimensione particolare la competizione in atto in questo momento per il rinnovamento e l’ammodernamento della flotta militare greca. Per la cronaca, la Marina greca in particolare deve acquisire quattro nuove fregate e aggiornare quattro navi Meko 200 entrate in servizio tra il 1992 e il 1998. Allo stato attuale, sono in corso sei offerte. Oltre alla gara francese (Naval Group-FDI), sono in gara i Paesi Bassi (Damen), l’Italia (Fincantieri), il Regno Unito (Babcock), la Germania (ThyssenKrupp Marine Systems). Presenti anche gli Stati Uniti, tramite Lockheed Martin.
Hai il 43,64% di questo articolo da leggere. Il resto è solo per gli abbonati.
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.