Un ex sindacalista, un politico abile, caloroso, brillante. Questa era la carta d’identità di Pier Antonio Panzeri prima della sua caduta. Perché da venerdì scorso questo ex eurodeputato (dal 2004 al 2019), ex presidente della sottocommissione europea per i diritti umani e fondatore della ong Fight Impunity, è incarcerato a Bruxelles, nell’ambito di un’indagine sui sospetti di corruzione a vantaggio del Qatar. Incarcerati anche il suo ex assistente Francesco Giorgi, compagno di Eva Kaili, l’ex vicepresidente del Parlamento coinvolto, e Niccolò Figa-Talamanca, segretario generale dell’Ong Non c’è pace senza giustizia (NPWJ). Sono accusati di aver partecipato all’operazione orchestrata da Pier Antonio Panzeri.
Reclutato dal Qatar nel 2016
Tutto è iniziato nel 2016. Pier Antonio Panzeri è stato contattato da emissari del Qatar. La sua missione: reclutare eurodeputati per organizzare gli affari dell’emirato in Europa. All’epoca l’ex sindacalista, che presiedeva la sottocommissione europea per i diritti umani, accettò. Ma, nel 2019, è stato sconfitto alle elezioni europee. Tuttavia, l’uomo è intelligente e ha molte connessioni. Riuscì a farsi nominare amministratore dell’Associazione degli ex deputati europei, che gli permise di conservare la sua rubrica e le sue iscrizioni in Parlamento.
L’ex membro del Parlamento europeo ottiene rapidamente una serie di successi. Avrebbe offerto banconote a deputati compiacenti o promesso, a quelli che non saranno rieletti, di offrire loro un posto all’interno del comitato strategico della sua Ong. Così, lo scorso anno, ad esempio, la Commissione Europea ha deciso di aprire le porte dei cieli europei a Qatar Airways. L’accordo, che non è stato ancora ratificato dal Parlamento, è entrato in vigore subito dopo la sua firma. Lo scorso marzo la Commissione ha chiuso l’inchiesta su Qatarenergy, uno dei maggiori fornitori di GNL in Europa, sospettato di aver ostacolato il libero flusso di gas all’interno dello Spazio economico europeo. E lo scorso aprile ha proposto l’esenzione dal visto per gli abitanti del Qatar. Basti dire che oggi tutte queste decisioni rischiano di cadere nel dimenticatoio.
Un altro capitolo in Marocco
Da parte marocchina, la banda di italiani sarebbe stata reclutata dai servizi segreti del regno cherifiano che voleva infiltrarsi nel Parlamento europeo. Secondo la stampa italiana, il Marocco avrebbe voluto difendere i propri interessi con l’Unione Europea sulla questione delle esportazioni agricole verso l’Europa e dei diritti di pesca nel Sahara occidentale, occupato dal Marocco per quarant’anni. Un’altra farina per gli investigatori belgi.
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