Per l’Italia l’aiuto viene prima di tutto, le riforme seguiranno inevitabilmente, soprattutto in questi tempi di crisi economica, ma anche di tensione e tensione politica in un contesto di tentativi di ingerenza che cercano di imporre un modello di governance inadeguato e che ha già mostrato i suoi limiti in ciò che è stato descritto come “Primavera araba”.
Da più di dieci anni arrivano aiuti finanziari da tutte le parti e in particolare dall’Unione europea per finire in un paese sovraindebitato. Anche sul piano della democratizzazione, il progetto di sostegno alle istituzioni indipendenti sostenuto dal Consiglio d’Europa è miseramente fallito a causa dell’ingerenza dei partiti politici che dal 2011 dominano la vita politica. ultimi anni ed è l’Italia che ne ha subito il peso maggiore delle conseguenze.
L’Italia cerca il sostegno degli Stati membri dell’UE
La crisi economica che sta attraversando il Paese e che ha inciso sui flussi migratori verso l’Italia non ha lasciato indifferente la parte italiana, che si sta adoperando per fornire alla Tunisia gli aiuti e il sostegno necessari. “La situazione è molto delicata visto l’aumento dell’immigrazione irregolare non solo dalla Tunisia ma anche dalla Libia”, ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani nella sua recente dichiarazione ai media. Ha aggiunto che l’UE è ora consapevole della necessità di mostrare maggiore solidarietà al suo paese poiché i candidati all’immigrazione irregolare non rimangono in Italia e si trasferiscono in altri paesi europei. Questo fenomeno riguarda quindi solo l’Italia.
A tal fine, ieri, lunedì 24 aprile, il Consiglio Affari esteri dell’Ue ha tenuto una riunione dedicata all’invasione russa dell’Ucraina e al piano d’azione dell’Ue sulle conseguenze geopolitiche della guerra. Nell’ambito di questo punto all’ordine del giorno, i ministri hanno discusso questioni relative alla situazione in Sudan, Tunisia, Moldavia, Cina, Libano e al processo di pace in Medio Oriente, secondo il sito web ufficiale del Consiglio dell’UE.
L’Osservatorio dei diritti umani si oppone già al suo rifiuto
L’Osservatorio Tunisino per i Diritti Umani (Otdh) ha reagito tempestivamente indicando in un comunicato stampa diffuso ieri lunedì 24 aprile che si tiene la riunione dei Ministri degli Affari Esteri dell’Unione Europea per «l’approvazione definitiva dell’aggiornamento del piano che l’Unione adotterà per fronteggiare il fenomeno migratorio, dopo colloqui, visite e scambi di opinioni e dopo che l’Italia ha reso noti i dettagli del piano di emergenza e gli importi stanziati». L’Osservatorio ha sottolineato “il suo rifiuto categorico di questo piano sulla base del fatto che limita la libertà di movimento e confisca un diritto umano fondamentale”.
Ha invitato le autorità tunisine a chiarire la loro posizione finale su ciò che i Paesi dell’Unione Europea intendono fare ea chiarire gli ultimi punti che sono stati discussi con la parte europea durante la recente visita del Ministro degli Esteri tunisino in Italia.
Otdh ha inoltre confermato il suo rifiuto alla Tunisia di diventare guardiano delle frontiere marittime dell’Unione Europea in cambio di una somma di denaro concessa alla Tunisia, il cui valore potrebbe raggiungere quasi il valore del prestito che la Tunisia cerca di ottenere dal FMI, sottolineando che non vengano accettate donazioni finanziarie con l’obiettivo di inondare la Tunisia di immigrati irregolari. Ha detto di non accettare il tentativo di fare della Tunisia una piattaforma per la raccolta di migranti irregolari,
L’Osservatorio ha messo in guardia le autorità tunisine dal impegnarsi da sole nell’operazione di salvataggio in mare senza condividere questo onere con il resto dei Paesi del bacino del Mediterraneo, che potrebbe portare ad un aumento del numero di migranti sulle nostre terre e minaccerebbe di fatto la stabilità e la pace civile nel paese. A tal fine, ha sottolineato l’importanza di elaborare un chiaro piano nazionale tunisino per la gestione della migrazione e della questione dell’asilo.
Valzer di visite
Come promemoria, Antonio Tajani aveva dichiarato all’inizio di questo mese che la Tunisia è sulla buona strada per quanto riguarda i finanziamenti europei e il Fondo monetario internazionale (Fmi). Ha anche spiegato che, data l’attuale situazione in Tunisia, il suo paese ha deciso di concedere 100 milioni di euro, di cui 50 milioni per le PMI tunisine. Tajani ha sottolineato che il suo Paese sta esercitando pressioni sul FMI affinché conceda alla Tunisia la prima tranche dell’accordo in corso di negoziazione e impedisca che una crisi pregiudichi la sicurezza nell’intera regione nordafricana. Il capo della diplomazia italiana aveva in quel momento un colloquio telefonico con il segretario di Stato americano Antony Blinken che riguardava lo studio di un’azione che consentisse alla Banca mondiale e al Fondo monetario internazionale di agire in Tunisia.
Si ricorda inoltre che il 27 marzo 2023 il Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, ha visitato la Tunisia incontrando a tal fine il Ministro degli Affari Esteri, Nabil Ammar, il Ministro dell’Economia, Samir Saïed, il Governatore della Banca Centrale della Tunisia, Marouane El Abassi, il Ministro delle Finanze, Sihem Nemsia, il Capo del Governo, Najla Bouden, e infine il Presidente della Repubblica, Kaïs Saïd.
Questa raffica di visite di alti funzionari testimonia la gravità della crisi e i timori, peraltro non celati, delle ripercussioni del fenomeno dell’amplificazione dell’immigrazione irregolare verso l’Italia da un Paese della sponda sud anch’esso soggetto a un’ondata senza precedenti di immigrazione dai paesi dell’Africa sub-sahariana. È il momento della solidarietà e della cooperazione multilaterale e non dei tentativi di ingerenza con il pretesto della tutela dei diritti umani o di una democrazia a geometria variabile. L’Italia si distingue in questo senso da tutti i Paesi membri dell’Unione Europea per la sua posizione volta a fornire aiuti urgenti e incondizionati alla Tunisia, che sta attraversando momenti difficili, e spingendo il FMI a sbloccare i finanziamenti tanto attesi per arginare il flusso migratorio. Ciò si spiega con il fatto che la coalizione di destra al potere in Italia dal 22 ottobre 2022 ha fatto della lotta all’immigrazione irregolare la sua priorità. Tuttavia, la prima valutazione della sua politica contro questo flagello non è molto buona, da qui la volontà dichiarata di venire in aiuto della Tunisia. Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, durante la campagna elettorale dell’estate 2022, aveva espresso la volontà di lottare gradualmente contro l’immigrazione clandestina dal Mediterraneo. Il tema della lotta migratoria è alto e mette in discussione la capacità del governo italiano risultante da questa coalizione di fermare l’immigrazione irregolare che è ancora in aumento. Una questione di credibilità da cui dipende il successo (e la sopravvivenza) dell’attuale governo in carica e che avrebbe un impatto sulle sue future relazioni con l’UE. L’interrogatorio riguarda soprattutto l’accordo tra gli Stati Ue e la Tunisia.
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