Il direttore d’orchestra italiano, fortemente impegnato nella difesa della cultura e dei musicisti nel suo Paese, sta aumentando gli appelli al governo italiano per una rapida riapertura dei teatri. Recentemente ha condiviso un testo toccante sui suoi social network.
Per diversi mesi il direttore d’orchestra italiano Riccardo Muti ha moltiplicato gli sfoghi per mostrare la sua incomprensione di fronte alle misure che bloccano la cultura nel suo paese e altrove. Nell’ottobre 2020 si è rivolto a Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio italiano, esortandolo a riaprire le sale da concerto. Lo scorso gennaio ha mostrato il suo sostegno e solidarietà ai musicisti della Metropolitan Opera, privati di concerti e stipendi da marzo 2020.
E qualche settimana fa, in occasione di una conferenza stampa sulla prossima registrazione di Quindi fan tutti di Mozart diretto da Muti e che è diretto dalla figlia di quest’ultimo, Chiara, la chef italiana che quest’anno festeggerà i suoi 80 anni ha colto l’occasione per rivolgersi al nuovo capo del governo, Mario Draghi, implorandolo di “ridargli dignità” a Italia riaprendo le sale da concerto.
“Restituiamo dignità al nostro Paese, restituiamo ai giovani la consapevolezza della nostra grandezza culturale. Apriamo i tanti teatri che ci hanno lasciato i nostri avi”.
Parole sostenute dalla figlia di Riccardo Muti, Chiara, che ritiene che “lo streaming non sia più possibile” e che sia ora di riaprire le sale da concerto.
In un contesto sempre più teso, dove comincia ad emergere il settore culturale in molti paesi – ricordiamo la giornata di azioni organizzata dal collettivo Still Standing for culture in Belgio – la necessità di aprire luoghi culturali e restituire le prospettive di un i settori duramente colpiti dalla crisi stanno diventando sempre più urgenti.
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