(Washington) La Corte Suprema degli Stati Uniti ha detto martedì che una politica sull’immigrazione che costringe i richiedenti asilo ad aspettare in Messico fino a quando non vengono convocati deve essere ripristinata, infliggendo un duro colpo all’amministrazione del presidente Joe Biden.
Nell’ambito del programma “Remain in Mexico” dell’ex presidente Donald Trump, decine di migliaia di richiedenti asilo non messicani, per lo più provenienti dall’America centrale, sono stati respinti attraverso il confine in attesa dell’esito della loro domanda.
L’amministrazione Biden ha rapidamente iniziato a smantellare questa controversa politica, che è ufficialmente chiamata Protocolli per la protezione dei migranti (PPM).
La mossa si è fatta strada attraverso il sistema giudiziario statunitense, portando l’amministrazione Biden a chiedere alla Corte Suprema di sospendere il ripristino del programma.
Con una breve ordinanza non firmata, la Corte Suprema ha affermato martedì che la “richiesta di moratoria… è respinta”. Secondo il documento, i tre giudici progressisti della corte – Stephen Breyer, Sonia Sotomayor ed Elena Kagan – hanno affermato che avrebbero autorizzato la sospensione.
La causa può ora procedere ad un livello inferiore, davanti alla Corte d’Appello.
Il Dipartimento per la sicurezza interna di Biden ha affermato di “si rammarica che la Corte suprema si sia rifiutata di concedere una moratoria”.
“Mentre il processo di appello continua, il DHS si conformerà all’ordine in buona fede”, ha aggiunto.
Anche i gruppi per i diritti degli immigrati si sono opposti all’ordine della Corte Suprema.
“La sentenza odierna della Corte Suprema, che impone il ripristino della politica del ‘Remain in Mexico’, è a dir poco dura”, ha affermato Yael Schacher, Senior US Adviser di Refugees International. È un ordine del tribunale”.