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Regno Unito: Boris Johnson ha partecipato alla sua festa di compleanno in piena reclusione

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Regno Unito: Boris Johnson ha partecipato alla sua festa di compleanno in piena reclusione

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha festeggiato il suo compleanno con i suoi parenti in piena reclusione nonostante le regole in vigore, ha riferito ITV lunedì, portando a critiche al leader conservatore già per aver organizzato feste a Downing Street.

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Secondo ITV, Boris Johnson ha partecipato a questa festa organizzata dalla moglie Carrie il 19 giugno 2020 nel pomeriggio, durante la prima prenotazione, poiché tali assembramenti erano vietati.

Si dice che abbiano partecipato fino a 30 persone, tra cui l’interior designer Lulu Little, a cui è stato affidato il compito di realizzare una stravagante ristrutturazione dell’appartamento controverso di Downing Street di Boris Johnson, finanziato da Boris Johnson.

Secondo una portavoce di Downing Street, Boris Johnson aveva “meno di dieci minuti” coinvolti nella raccolta dei suoi aiutanti.

I notiziari ITV riportano che gli amici di famiglia di Johnson avrebbero dovuto prendere parte a un altro evento organizzato la sera del 19 giugno al piano del dormitorio, cosa che i suoi servizi hanno negato.

“È completamente sbagliato. In conformità con le regole dell’epoca, il Primo Ministro ha accolto un piccolo numero della sua famiglia quella sera”, ha detto Downing Street.

Boris Johnson, 57 anni, invischiato in una catena di feste a Downing Street in piena reclusione, sta attraversando la sua peggiore crisi da quando è entrato in carica nell’estate del 2019.

La rabbia dei partiti, che è arrivata dopo che è stato chiesto alle persone di ridurre drasticamente le loro interazioni, ha abbassato la sua popolarità nei sondaggi.

Il primo ministro è finora sfuggito a un voto di sfiducia nei confronti del suo campo conservatore e indica le conclusioni dell’indagine interna dell’alto funzionario Sue Gray, che dovrebbe essere pubblicata a breve.

Un influente ex consigliere di Boris Johnson, Dominic Cummings, ha rifiutato di essere intervistato nell’ambito di quell’indagine, dicendo che se avesse accettato, “il primo ministro (era) avrebbe inventato storie ridicole”. Preferito testimoniare per iscritto.

Cummings, che ha regolarmente lanciato attacchi al suo ex leader sin dalla sua partenza alla fine del 2020 in mezzo a lotte intestine, ha avvertito che se il primo ministro non si fosse dimesso sarebbero emerse “altre storie malvagie”.

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