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Radioastronomia, una scienza promettente

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Radioastronomia, una scienza promettente

conferenza. Venerdì, una quarantina di persone hanno partecipato alla conferenza “Radioastronomia, l’universo da un’altra angolazione”, proposta dalla Società Astronomica dell’Alta Marna e presentata da Philippe Simonet, all’Osservatorio di Valcour. Philippe Simonet ha parlato della radioastronomia, una scienza nata negli anni ’30 ma decollata solo negli anni ’50 e ’60 con la realizzazione di grandi strumenti. L’ex direttore del Planetario di Reims ha espresso interesse per l’osservazione delle stelle nel campo delle onde radio e ha poi discusso dei diversi tipi e caratteristiche dei radiotelescopi. “Questi telescopi sono enormi ma più facili da costruire e installare rispetto ai telescopi ottici. Ci sono meno limitazioni tecniche”, ha sottolineato Philippe Simonet, che si è poi interessato alla tecnologia degli strumenti e poi al contributo della radioastronomia a molte scoperte importanti come la scoperta della struttura della Via Lattea, i quasar, cioè stelle dall’aspetto stellare e dall’altissima luminosità, le pulsar del 1967 o anche la luce rimasta dalla nascita del Big Bang. Il telescopio Event Horizon, una rete internazionale di radioosservatori, ha realizzato è possibile ottenere la prima immagine di un buco nero. Attualmente si stanno costruendo grandi radiotelescopi per collegarli tra loro in tutti e quattro gli angoli del mondo.

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