Il prossimo settembre Radio France e il gruppo Bayard lanceranno una copertina per bambini, alternativa all'”unificazione culturale”, hanno annunciato i leader dei due gruppi in un’intervista al quotidiano Les Echos pubblicata ieri.
Riunite nel progetto congiunto “La chouette radio”, Radio France e Bayard commercializzeranno un piccolo transistor chiamato “Merlin” per circa 80 euro offrendo circa 200 contenuti (storie, musica, documentari) adatti a bambini tra i 3 ei 10 anni.
Il contenuto, da cui ciascun gruppo prenderà inizialmente “circa la metà”, “si rinnoverà gratuitamente, magari a un ritmo da un quarto a un terzo al mese, a seconda degli usi”, precisa. Pascal Rovinach, CEO di Bayard, editore di Pomme d’api, Astrapi o J’aime lire.
Ciascun gruppo ha contribuito con 350mila euro, integrati da un investimento di 1,4 milioni di euro dalla Land Bank, la struttura del fondo di deposito.
Senza onde o uno schermo, l’oggetto, realizzato in Francia, non sarà connesso a Internet, non porterà a “raccolta dati a fini di monetizzazione” e non conterrà annunci, garanzie velo di divinazionePatrono del gruppo radiofonico pubblico Radio France.
Con l’obiettivo di vendere 50.000 altoparlanti entro Natale, i due gruppi mirano innanzitutto a trovare un equilibrio prima di reinvestire i profitti nel tempo.
“Ritirare i premi da questo forum è una sorta di risposta alle piattaforme e un modo per addebitare l’equivalente dei diritti relativi alla stampa per finanziare nuovi contenuti”, ha affermato Rovinach.
La creazione del progetto congiunto “La chouette radio” ha suscitato scalpore all’inizio di aprile all’interno della radio e della casa musicale.
Funzionari eletti del Comitato centrale sociale ed economico hanno dichiarato a Radio France che si oppongono a questa struttura “obiettiva commerciale”.
Hanno denunciato in un parere diffuso da CGT Radio France “fa parte della strategia di reperimento di risorse private per compensare il ritiro della vigilanza sulla finanza pubblica”.
Hanno anche espresso preoccupazione per “il mantenimento della censura editoriale da parte di Radio France e la sostenibilità dei contenuti”, temendo che “essi siano associati a quello del concorso e che il nome di Radio France non sia garanzia di qualità”.
(con AFP)
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