Quasi 170 pecore sono state trovate morte in un pascolo di montagna nel sud-ovest della Francia dopo essersi gettate nel vuoto, con gli allevatori che hanno indicato la responsabilità dell’orso, mentre i sostenitori delle piante sottolineano la mancanza di prove.
“Non c’è dubbio che 168 pecore si sono gettate nel vuoto, e ci deve essere qualcosa dietro di loro che le spinge”, ha detto martedì all’Afp il capo della federazione pastorale del dipartimento.
“Non conoscevamo le rocce prima dell’esistenza dell’orso”, ha sottolineato.
Per lui l’unica soluzione è che lo Stato francese “prenda oggi la decisione che” la convivenza (con un orso) non è più possibile”.
“Quante altre tragedie prima che ci vengano presentate soluzioni reali?” L’Associazione per la Protezione del Patrimonio dei Pirenei Arij (ASPAP) si è espressa sulla sua pagina Facebook, dove ha pubblicato le immagini di decine di pecore morte.
La stessa indignazione da parte del capo della provincia di Areej, dove la maggioranza degli orsi vive nei Pirenei.
“Sono indignata dal fatto che il lavoro quotidiano dei nostri educatori sia minato da uno stato assordante di cercare aiuto”, ha scritto Kristen Tekei sulla sua pagina Facebook.
Il giorno dopo lo scavo, avvenuto domenica, i team dell’Ufficio francese per la biodiversità hanno effettuato osservazioni sul posto.
“Nella maggior parte degli scavi, per un periodo di 20 anni, i risultati hanno mostrato che non vi era alcuna indicazione di predazione dell’orso”, afferma Alain Raines, direttore dell’Associazione Pays de l’ours-Adet.
“Tutto ciò che può abbattere un gregge, o un cane, o un cinghiale, o una tempesta… ma solo se è un orso, o se permettiamo alle persone di pensare che sia un orso, sarà risarcito (… ) anche in assenza di indizi di predazione”, aggiunge, denunciando la “corruzione del sistema”.
Molti allevatori, cacciatori ed eletti locali si oppongono alla presenza dell’orso nei Pirenei, difesa dallo Stato e dalle associazioni per la difesa della biodiversità.
Mentre la flora della pianta è praticamente scomparsa da questa catena montuosa, negli anni ’90 è iniziato un programma per riportare gli orsi bruni dalla Slovenia.
Oggi contano circa 70 persone, secondo le autorità francesi, principalmente nel mezzo dei Pirenei, ad Arijs sul versante francese, in Val d’Aran sul versante spagnolo.
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