sabato, Novembre 30, 2024
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Quando il calcio italiano fissa gli stipendi…

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Affari nel calcio - @Iconsport
Affari nel calcio – @Iconsport

“Salary cap” è il termine attualmente popolare nei campionati sportivi. Molte leghe professionistiche in tutto il mondo hanno già adottato il principio degli stipendi limitati, come ad esempio la NBA o la Major League Soccer negli Stati Uniti. D’altronde, nel calcio europeo, l’idea è ancora poco diffusa. Nessuna delle principali divisioni del Vecchio Continente aveva ancora osato intraprendere un’azione del genere. Solo pochi club si impongono individualmente tale restrizione. Possiamo citare il caso dell’ASSE in Francia, che fissa a 90mila euro mensili la parte fissa degli stipendi dei giocatori. In Italia, anche il Milan imporrebbe un tetto salariale, ma è abbastanza alto da consentire la nomina di stelle di livello mondiale come Mario Balotelli.

Un totale di 150.000 euro all’anno è lo stipendio massimo fisso per la prossima stagione in seconda divisione

Ma l’Italia, nello specifico, è un Paese che non ha portato a termine le sue rigide riforme economiche nel calcio. Abbiamo appreso questa settimana che, a partire dalla prossima stagione, tutta la Serie B sarà soggetta a un sistema di tetto salariale. Il principio è il seguente: i club non potranno offrire ai nuovi giocatori che arrivano nel Campionato uno stipendio superiore a 150.000 euro fissi annuali lordi e 150.000 euro variabili annuali lordi. Abbastanza per ridurre notevolmente le spese. Secondo la Gazzetta dello Sport, un contratto su quattro in Serie B oggi supera questo limite. Se abbiamo il piacere di fare un confronto con la Ligue 2, oggi il campionato ha uno stipendio medio di 16mila euro al mese. Questo è quindi superiore alla quota fissa del futuro tetto salariale per la Lega Due…

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I maggiori campionati europei adotteranno un tetto salariale?

Basti pensare che i club di seconda divisione italiana sono, in questo caso, soggetti a forti vincoli salariali. L’obiettivo è quello di risparmiare nel medio termine il 25% dei costi salariali. In caso di mancato rispetto della norma, i club riceveranno multe, il che aumenta il rischio di gravare sul proprio bilancio con un onere salariale. Resta da vedere se la Serie B introdurrà una riforma che anche i maggiori campionati europei attueranno in futuro. La Lega italiana punta sicuramente a vedere gli effetti di un provvedimento del genere sul piano sportivo e finanziario della Serie B. Se i risultati saranno positivi, potrebbe decidere di fare lo stesso con la Serie A…

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