Martedì il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato al suo governo di organizzare una proiezione di documentari sull’offensiva delle forze di Mosca in Ucraina entro febbraio.
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“Al Ministero della Cultura per presentare proposte per garantire la proiezione di documentari nazionali nelle reti cinematografiche su temi relativi all’operazione speciale militare, alla lotta alla diffusione dell’ideologia neonazista e al neofascismo”, si legge in un messaggio pubblicato sul sito web del Cremlino.
La Russia ha giustificato il suo attacco in Ucraina in particolare volendo “screditare” il Paese, e il Cremlino ha accusato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e le autorità di Kiev di collusione con circoli nazionalisti estremisti.
Mosca presenta anche il suo attacco come un conflitto per procura a cui si oppone per conto dell’Occidente, a causa della consegna di armi a Kiev.
Questa decisione arriva dopo diverse battute d’arresto subite dall’esercito russo in Ucraina, costretto nei mesi scorsi ad abbandonare la regione di Kharkiv a nord-est e la città di Kherson a sud.
Lunedì, l’esercito russo ha dovuto riconoscere il colpo mortale alle sue forze nella città ucraina orientale di Makevka, che ha provocato la morte di almeno 63 persone.
La Russia ha già approvato diverse leggi per controllare il discorso sulla sua “operazione militare speciale”, il nome che dà al conflitto.
In particolare, la legge punisce severamente chiunque pubblichi ciò che la giustizia considera “bugie” sulle forze armate.
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