Washington (awp/afp) – L’agenzia di rating S&P Global Ratings ha comunicato martedì di non voler più alzare il rating dell’Italia a medio termine dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio, abbassando l’outlook del debito del Paese da positivo a stabile.
Il rating dell’Italia è mantenuto a BBB/A-2.
L’outlook ormai stabile “riflette i rischi che gravano sull’economia e sulla finanza pubblica italiana, di un rallentamento o di un cambio di rotta nell’attuazione di riforme critiche”, sottolinea l’agenzia.
Giovedì il premier Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni. Le elezioni legislative si terranno il 25 settembre.
S&P si riferisce anche alla “combinazione di alta inflazione e rischi per l’approvvigionamento energetico dell’Italia”.
Questi rischi, tuttavia, “sono in parte compensati dal settore privato ricco e diversificato dell’Italia, dalla sua adesione all’Unione economica e monetaria (europea) e dalla solidità del bilancio esterno dell’economia”.
A ottobre S&P aveva alzato l’outlook a positivo, segnalando che avrebbe potuto alzare il rating nel medio termine.
La partenza di Mario Draghi arriva nel momento peggiore per l’Italia, che deve fare i conti con l’impatto della guerra in Ucraina, ridurre la propria dipendenza dal gas russo e avviare difficili riforme in vista della concessione dei fondi del piano europeo di ripresa.
afp/rp
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