La fiscalità internazionale delle imprese è stata recentemente portata alla ribalta grazie a uno storico accordo tra 136 paesi, supervisionato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che consente, da un lato, di applicare un’imposta generale minima del 15%, e , dall’altro, per sostituire le tasse Gafa imposte dagli stati da una parte per mezzo di un dispositivo di redistribuzione degli utili tra di loro.
Introduzione di una tassa minima globale
Dal 2023 verrà applicata un’aliquota minima del 15% sugli utili delle multinazionali che generano almeno 750 milioni di euro di fatturato. Anche se si effettuassero detrazioni dalla base imponibile, questa azione genererebbe un fatturato aggiuntivo di 150 miliardi di dollari ogni anno.
Verso la sostituzione di java
Ricordiamo che nel 2019 la Francia ha introdotto una tassa sui servizi digitali, nota come tassa “Gafa” (su Google, Amazon, Facebook e Apple). Una tassa, tuttavia, non è destinata a durare perché deve essere sostituita da un sistema fiscale internazionale. Pertanto, l’accordo appena concluso prevede la ridistribuzione di una parte degli utili realizzati dai grandi gruppi internazionali tra i paesi in cui svolgono attività, con o senza presenza fisica, al fine di beneficiare del diritto alla tassazione degli stessi. Ma per attuarlo è necessario un accordo multilaterale.
Nel frattempo, la Francia e altri 5 paesi (Regno Unito, Austria, Italia, Spagna e Stati Uniti) hanno deciso di introdurre un sistema transitorio comune, applicabile dal 1egli è gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2023 al più tardi. In questo contesto, gli Stati Uniti si sono impegnati ad eliminare ulteriori dazi sulle importazioni dai cinque paesi partner. Dal canto loro, Francia, Regno Unito, Austria, Italia e Spagna sovvenzioneranno un credito d’imposta sulle tasse sui servizi digitali, che consentirà loro di pagare eventuali tasse in eccesso. Nell’applicazione di quest’ultima imposta in relazione all’imposta dovuta per il futuro regime fiscale internazionale.