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Voci dall’Europa (9/27)

Elezioni europee 2024 problema

In Italia, le elezioni europee del prossimo giugno non hanno sollevato alcun dibattito sostanziale sulle questioni che riguardano l’Unione europea e sono servite da test elettorale per i partiti.

Questo articolo fa parte del progetto collaborativo Voices of Europe, che riunisce ed è coordinato da 27 media di tutta l’Unione europea Foxerop. Da qui al voto del 9 giugno pubblicheremo un articolo per ciascun paese dell’UE, dando il polso della campagna europea in tutto il continente. Trova tutto Gli episodi di questa serie sono qui.

Le elezioni europee del prossimo giugno in Italia sono considerate niente più che una partita politica interna, e un’opportunità per ridefinire gli equilibri di potere in base al risultato raggiunto in Europa. Ciò nonostante il fatto che le ultime elezioni nazionali si siano svolte nell’autunno del 2022 e sembrassero dare alla destra una forte maggioranza. Nient’altro è in discussione. Tuttavia, molti temi possono essere inseriti nell’agenda europea.

La guerra in Ucraina, ad esempio, o la crisi in Medio Oriente, che ha diviso e divide ancora oggi anche al suo interno la coalizione di destra al governo, così come l’opposizione di centrosinistra. Oppure le difficoltà del mondo agricolo, che hanno attirato l’attenzione dei politici abbastanza a lungo da sedare le proteste dei lavoratori del settore. D’altro canto si è parlato molto della possibilità di nominare alla guida delle rispettive liste la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario del Partito Democratico Elie Schlein, nonché di alleanze nuove o ridefinite. Di quelli che già esistono. In breve, abbiamo discusso principalmente di questioni tattiche.

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Va tuttavia notato che, lungi dal consueto conflitto nel sistema politico italiano, la posizione dei partiti è stata incoraggiata dalla coincidenza del calendario: le elezioni europee si sono svolte dopo una serie di importanti consultazioni regionali, che hanno favorito un clima permanente per la campagna elettorale. . Sebbene l’Italia non sia uno Stato federale, le regioni hanno un peso politico e istituzionale significativo, con poteri legislativi. Non è un caso che le elezioni regionali si concludano sempre con un impatto a livello nazionale, come se fossero le elezioni di midterm americane, e quindi sono utili anche per valutare il tasso di popolarità del governo. In questa prospettiva sono state interpretate, ad esempio, le elezioni svoltesi il 25 febbraio in Sardegna e il 10 marzo in Abruzzo. La prima è stata vinta dal centrosinistra, la seconda dalla destra.

Nazionalismo

Per le elezioni europee previste per giugno il voto sarà proporzionale. Ciascun partito dovrà quindi misurarsi con tutti gli altri partiti, siano essi avversari o alleati. Ciò è particolarmente vero nel caso della coalizione di destra formata da Forza Italia (Partito italiano, destra), Lega e Fratelli d’Italia (Partito Libertà e Democrazia, estrema destra). Dietro questa apparente armonia, l’asse della Lega FDI è da tempo indebolito da una concorrenza spietata, alimentata da una crisi di consenso e di leadership all’interno della Lega e dal parallelo e sconsiderato consolidamento elettorale del Partito FDI.

Puntata precedente di “Voci dall’Europa”.

Quotidiano La Repubblica riepilogo Il rapporto tra i due leader del partito, il premier Giorgia Meloni (FdI) e il suo vice Matteo Salvini (Lega), ha toni piuttosto coloriti: “quando vedi [la présidente de la Commission européenne Ursula] A Roma, von der Leyen gli ha gridato in televisione che Ursula è “la rovina dell’Europa”. Da brava nipote, si reca a Washington per farsi baciare sulla fronte da nonno Biden; Lui, come un perfetto impeditore dal girare in tondo, si congratula [Donald] Trump per il suo successo nel Super Tuesday”. Ma in realtà, nonostante i due Paesi siano alleati, coltivano da tempo strategie diverse. Anche nella prospettiva della proiezione europea.

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Differenze

La Meloni continua a rivolgersi agli elettori italiani esprimendo posizioni nazionaliste e di destra, ma quando attraversa il confine preferisce ora apparire moderata e adottare un tono istituzionale. Questo cambiamento di posizione è stato dimostrato soprattutto dall’adozione di posizioni atlantiste sulla guerra in Ucraina, mentre molti osservatori considerano ancora Salvini vicino alla Russia di Vladimir Putin. Per quanto riguarda le alleanze in Europa, anche l’ASEAN e gli investimenti diretti esteri stanno seguendo percorsi diversi.

La Meloni, infatti, sta coltivando un rapporto con Ursula von der Leyen, che il Partito popolare europeo ha appena ricandidato come candidata a succederle, nella speranza di ottenere una posizione più influente all’interno dell’Unione, o almeno. Vedersi legittimato in Europa, nonostante l’eredità post-fascista da cui non si è ancora liberato in Italia.

D’altro canto, la Lega è presente in tutta Europa con l’ala di estrema destra del gruppo Identità e Democrazia, a cui appartengono, tra gli altri, il partito Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen e il partito dell’Alternativa per la Germania (AFD), contro il quale von der Leyen è un membro, appartiene. Lei stessa è entrata nel deserto il discorso Dove ha chiesto la nomina del Partito popolare europeo.

Troviamo una situazione simile anche nel campo del centrosinistra, dove il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle semplicemente non sono riusciti a creare le condizioni necessarie per un’alleanza stabile che vada oltre la forma di un blocco elettorale. La ragione risiede nelle diverse ispirazioni politiche che li motivano – democratico e liberale per il Pd, dichiaratamente populista per il Movimento Cinque Stelle – e nelle diverse radici dei loro elettori. Anche il partito M5s è di destra e, negli Stati Uniti, è più vicino al repubblicano Donald Trump che al democratico Joe Biden.

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In questo contesto, molti osservatori ritengono che un’escalation di toni polemici sia inevitabile, anche – e soprattutto – tra gli alleati. Si spera che, mentre discutiamo del potere e della sua riorganizzazione in base ai risultati delle elezioni europee, cominciamo anche a chiederci cosa succede con quel potere – in breve, che parliamo di politica concretamente.

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