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Presidenti e celebrità si oppongono pubblicamente alle leggi elettorali “discriminatorie”

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Presidenti e celebrità si oppongono pubblicamente alle leggi elettorali “discriminatorie”

Mercoledì, centinaia di rappresentanti aziendali e celebrità hanno firmato una dichiarazione che si oppone a qualsiasi legge che limiti l’accesso alle urne negli Stati Uniti, poiché molti dei testi presentati dai repubblicani su come dovrebbero essere tenute le elezioni sono all’esame.

Società multinazionali come Amazon, Facebook e Goldman Sachs, ricchi imprenditori come Michael Bloomberg e Warren Buffett, importanti studi legali, ONG, ma anche l’attore George Clooney e la cantante Paula Abdul hanno i loro nomi sopra.

“Affinché la democrazia americana funzioni nell’interesse di tutti noi, dobbiamo garantire il diritto di voto a tutti”, scritto in questa dichiarazione pubblicata sotto forma di pubblicità in Il New York Times E il Washington Post.

“Dovremmo tutti sentire la responsabilità di difendere il diritto di voto e di opporci a qualsiasi legislazione o azione discriminatoria che limiti o impedisca a qualsiasi elettore idoneo di ottenere un’equa e giusta opportunità di voto”, ha aggiunto nel testo fornito dall’ex presidente dell’American Express Kenneth . Chennault e l’attuale presidente della Merck Kenneth Frazier, sono entrambi afroamericani.

Hanno cercato di mobilitare il mondo degli affari da quando lo stato della Georgia ha approvato una legge che dovrebbe combattere le frodi elettorali, ad esempio rafforzando i controlli sull’identità degli elettori che votano per corrispondenza.

Ma secondo i suoi critici, limita l’accesso alle urne ed è specificamente rivolto agli elettori afroamericani.

Tuttavia, in Georgia, uno stato del sud degli Stati Uniti che ancora vacilla per le ferite dell’apartheid, Joe Biden ha vinto nel novembre 2020 grazie alla mobilitazione record, in particolare agli elettori neri.

Molti testi simili a quello adottato in Georgia sono ora in preparazione, specialmente in Arizona, Texas, Florida e Michigan.

Guidati da Donald Trump, che non ha riconosciuto apertamente la sua sconfitta, molti repubblicani hanno già considerato, senza prove, che le recenti elezioni sono state segnate da una frode.

In questo contesto, molte organizzazioni e personalità per i diritti civili stanno spingendo le aziende a intervenire con più forza nel dibattito politico.

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