“Sono un intellettuale diffidente nei confronti del lavoro cerebrale”.
Kung fu coreano, body shaming, red carpet, materia grigia… Alla vigilia dell’apertura della sua prima edizione come direttrice artistica di un festival di dimensioni quasi normali, Jeona A. Nazzaro su Locarno e il cinema.
ilNSrsque l’on A Giona A. Nazzaro viene chiesto di introdurre due parole «Figlio» Locarno 2021, NSNS il nuovo Direttore artistico graffio Pepe e sale da lui barba. «Questa domanda mi è stata recentemente posta in inglese, italiano e tedesco, e ho trovato le mie parole più facili del francese.» il si sistemerà Infine alla luce “ma non nel senso di meschino disprezzo”, e ambizioso “ma non per pretenziosità!”
Queste qualità possono essere collegate al carattere del 55enne zurighese, la cui serietà come insegnante in giacca e cravatta non è altro che un tocco di fantasia nella montatura degli occhiali – gialla come una tigre di Locarno – non più dell’ambizione cinematografica non disprezzare il presunto appetito per il fuoco dalle acque più belle. Con ogni respiro, nel vuoto della sua risposta, un tocco in parte di fingere sui suoi talenti linguistici, uno strumento tanto quanto un’eredità del suo viaggio multilingue attraverso la produzione di film di lingua tedesca, scrivendo numerosi articoli, articoli e recensioni. , posizione di programmatore a Visions du Réel Nyon, altro delegato alla Settimana della Critica alla Mostra di Venezia…
“Analista. Creatore. Fanatico di zombi. Appassionato di viaggi. Esperto di cultura pop. Appassionato di alcol”.