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In Italia, le nomine dei direttori all’interno della Rai, il servizio pubblico di radiodiffusione con 13.000 dipendenti, sono influenzate dal governo. Questa si chiama la politica di “ suddivisione », In altre parole, la distribuzione delle posizioni secondo il peso delle parti. Il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato, senza voto unanime, la nomina dei nuovi direttori dei telegiornali delle quattro reti. Nessuno di loro rappresenta il Movimento 5 Stelle, che sta suscitando polemiche, come testimonia la stampa.
Con il nostro corrispondente a Roma, Anne Le Nir
« Draghi s’empare de la Rai! »Questo titolo in prima pagina di Evento quotidiano, vicino al movimento 5 stelle, sintetizza le basi della polemica. Per questo quotidiano, la televisione pubblica è chiaramente agli ordini del governo che avrebbe fatto delle scelte in base alle prossime elezioni del Presidente della Repubblica, a fine gennaio 2022.
Questa elezione richiede un accordo tra tutti i partiti rappresentati in Parlamento dove la destra ha un peso significativo. Da qui il rinnovo del direttore del tg di Rai2, Gennaro Sangiuliano, di cui sono note le affinità con la Lega di Matteo Salvini. E l’appuntamento al JT di Rai News, il canale all news, di Paolo Petrecca, raccontato dal Il Repubblica come amico di Giorgia Meloni, capo del partito postfascista Fratelli d’Italia che è l’unico attribuito all’opposizione.
Giuseppe Conte arrabbiato
Il servizio di Rai3 è affidato a una personalità che gode della stima del Pd, Simona Sala. Mentre quello di Rai1, il canale più seguito, passa per le mani di Monica Maggioni, classificata da la stampa come un seguace di Matteo Renzi.
Le 5 stelle, in pieno fermento, non hanno dunque alcun rappresentante. Furibond, il loro capo Giuseppe Conte assicura che i rappresentanti eletti del Movimento” deserto la Rai ».
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