giovedì, Novembre 28, 2024
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Per “combattere l’immigrazione”, l’Italia chiede al Fondo monetario internazionale di aiutare la Tunisia senza condizioni

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Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato giovedì a Roma (13 aprile) che l’Italia vuole che il Fondo monetario internazionale inizi a concedere finanziamenti alla Tunisia senza condizioni.

“La nostra proposta è di iniziare a finanziare la Tunisia, attraverso il Fondo monetario internazionale, e pagare la seconda rata dopo la prima man mano che le riforme procedono”.Lo ha chiarito durante una conferenza stampa dopo un incontro con il suo omologo tunisino, Nabil Ammar. Ma queste diapositive non dovrebbero esserlo “È interamente subordinato al completamento del processo di riforma”.Conferma Tajani. “Il ministro mi ha assicurato che le riforme stanno continuando”.appositamente.

Il presidente tunisino Kais Saied ha rifiutato la scorsa settimana “dettare” Il Fondo monetario internazionale, che prevede la concessione di un prestito alla Tunisia per le riforme economiche e la revoca di alcuni sussidi governativi. “Per quanto riguarda il Fondo monetario internazionale, i dettami esterni che portano solo a più povertà sono inaccettabili”.Said Mr. Said il 6 aprile.

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I leader europei, tra cui il primo ministro italiano Giorgia Meloni, temono che il collasso economico della Tunisia aumenterà il flusso di migranti verso le coste europee. Il suo ministro degli Esteri giovedì a Roma ha apprezzato Tutti messaggi scettici o non positivi nei confronti della Tunisia […] Non aiuta l’economia tunisina e quindi alimenta tutti i flagelli, compresa l’immigrazione clandestina.. “Aiutare l’economia tunisina significa anche combattere l’immigrazione”ha finito.

La Tunisia, fortemente indebitata per circa l’80% del suo PIL, ha ottenuto a metà ottobre un accordo preliminare dal Fondo Monetario Internazionale per ottenere un nuovo prestito di circa 2 miliardi di dollari (circa 1,8 miliardi di euro) per aiutare a superare il grave crisi finanziaria. passa. Ma i colloqui sono giunti a un vicolo cieco per l’incapacità della Tunisia di attuare rigorosamente un programma di riforme per ristrutturare più di 100 aziende pubbliche fortemente indebitate e revocare i sussidi su alcuni prodotti di base.

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Il mondo con Agence France-Presse

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