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Nel Mediterraneo gli attraversamenti sono in aumento. Più di 1.000 persone sono state soccorse nei giorni scorsi dalle navi umanitarie che operano in mare a bordo, i passeggeri, esausti o traumatizzati, sono arenati sui pontoni in pieno sole. Le Ong chiedono al più presto un porto sicuro in Italia.
Con il nostro inviato a Roma, Blandine Hugonnet
Da giorni tre navi umanitarie stanno effettuando operazioni di soccorso in mare per canoe improvvisate, pneumatici sgonfi, barche alla deriva… e a bordo persone stremate, che hanno lasciato la Libia o la Tunisia.
Come su altre scialuppe di salvataggio, sul pontone del SeaWatch, i sopravvissuti sono sopraffatti dal caldo e dall’affollamento. Uomini e donne, alcuni dei quali in gravidanza e altri che hanno ferite o malattie che richiedono cure. Diversi hanno già dovuto essere evacuati dalla nave tedesca nelle ultime ore.
” Abbiamo bisogno subito di un porto sicuro per le persone soccorse ! »: a bordo, Anne è il capo delle operazioni di SeaWatch3.
Con oltre 430 sopravvissuti in attesa dallo scorso fine settimana, la nave si è avvicinata all’Italia, alla costa siciliana e ora si trova di fronte al porto di Agrigento, in attesa di una risposta dall’Italia.
Una mancanza di reattività denunciata dal manager umanitario: “ Sono le nostre navi di soccorso civili che stanno attivamente cercando di prevenire morti nel Mediterraneo centrale e rimpatri illegali. Quello che sta accadendo oggi non è né una sorpresa, né un incidente, né un’emergenza… È la conseguenza di una decisione politica dell’Italia e dell’Europa, di mettere deliberatamente in pericolo la vita di persone migranti. »
“Ora abbiamo bisogno di un porto sicuro per tutte le persone salvate da un’emergenza in mare. E abbiamo bisogno di a #Passaggio Sicuro in modo che nessuno debba più rischiare la vita in questo pericoloso viaggio nel futuro.“ – Anne, Head of Operation on the #SeaWatch3 pic.twitter.com/9HstfwECx2
— Sea-Watch International (@seawatch_intl) 26 luglio 2022
In totale, in quattro giorni, ci sono quasi 1.200 naufraghi tra cui diverse centinaia di minori non accompagnati che gli equipaggi di SeaWatch, SOS Méditerranée e Medici Senza Frontiere hanno salvato al largo delle coste africane. Questi candidati all’esilio hanno tentato la traversata mortale e ora sperano di mettere piede sul suolo italiano il prima possibile.