Mentre il metodo di calcolo del Nutri-Score si evolverà dalla fine del 2023, alcuni paesi dell’Unione Europea rimangono riluttanti ad implementarlo. Questo è particolarmente il caso dell’Italia, che denuncia la messa in pericolo della sua gastronomia locale.
Finiti contro Nutri-Score, governo e produttori italiani si rifiutano categoricamente di applicare ai propri prodotti gourmet il logo che va dal verde al rosso con le lettere dalla A alla E.
Secondo il premier Georgia Meloni, infatti, il sistema francese sarebbe “discriminatorio e penalizzante” per il sistema agroalimentare italiano. Secondo lei, il colosso Ferrero sarebbe colpito duramente dalle conseguenze del Nutri-Score.
In senso lato, per il governo ei produttori, sarebbe addirittura tutta la gastronomia italiana – olio, formaggi, pasta, mozzarella, prosciutto, vino – a risentirne.
Le preoccupazioni dell’UE
Ma mentre l’Unione Europea spera di poter trovare un metodo unico comune a tutti i Paesi membri, l’Italia ha avanzato un’altra proposta: la Batteria Nutrinform, che valuterebbe l’impatto delle porzioni potenzialmente consumate e non la composizione del prodotto in quanto il Nutri-Score lo fa.
L’adozione di un’etichettatura armonizzata è stata finalmente rinviata a tempo indeterminato nel 2023, cosa che l’Associazione europea di sanità pubblica considera preoccupante perché l’attuazione di un sistema di etichettatura è “urgente” perché “più della metà degli adulti nell’UE è in sovrappeso o obesa, il che porta a un aumento delle malattie croniche come tumori, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, ipertensione e malattie coronariche.’associazione.
Per il momento, quindi, solo Germania, Belgio, Spagna, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svizzera si allineeranno al nuovo metodo di calcolo del Nutri-Score.
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