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“Nel frattempo sulla Terra” è una storia di fantascienza sul lutto

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“Nel frattempo sulla Terra” è una storia di fantascienza sul lutto

Nel frattempo sulla Terra**

Di Jeremy Clapin

Film francese 1s29

Ti manca solo un oggetto e tutto viene evacuato. La sola poesia di Lamartine racchiude il caso di Elsa (Megan Northam), 23 anni, il cui fratello, un astronauta, è scomparso durante una missione spaziale tre anni fa. Di lui non è stata trovata alcuna traccia e sua sorella spera ancora nel suo ritorno dalla difficile situazione interstellare. Mentre aspetta, la giovane donna sembra fluttuare tra loro, il suo corpo nella vita reale, la sua mente tra le stelle. Un giorno, sentì strane voci che le spiegavano che suo fratello, ancora vivo, era loro ostaggio… sogno o realtà?

Jeremy Clapin, talentuoso regista di animazione, ama trasmettere il disagio che provano i suoi personaggi giocando con e distorcendo la loro fisicità (raccontoVertebralenel 2004), che la rese estranea a se stessa (Shezennel 2009) o lontano dallo stesso (Ho perso il mio corpo, 2019). Il lungometraggio d’animazione più recente, uscito nel 2020, ha messo in discussione l’idea del destino attraverso la saga di una mano mozzata, che riceve la vita e cerca il resto del suo corpo.

Nell’ambito del “regno animale”

In questo nuovo film, che fonde abilmente azione dal vivo e sequenze animate, Jeremy Clapin si avventura ancora una volta in una fantasia fondata sulla realtà, quella di personaggi che stanno per perdere l’equilibrio con lui. Dotata di una cuffia organica, tra resina e gomma, inviata da “ladri” celesti, Elsa si assume la responsabilità di trovare umani a cui sacrificarsi affinché possano impossessarsi dei loro corpi. Ma questo non senza sollevare qualche questione di coscienza…

La fotografia è stata realizzata in modo molto elegante. Intanto a terra È nel contesto di opere francesi del nuovo genere, che combinano dramma intimo e fantascienza, come Eccellente Il regno degli animalidi Thomas Cayley, il successo dell’anno scorso.

Effetti speciali artigianali ma credibili, musica ad alto volume e d’atmosfera, fotografia raffinata e ricca di luce e l’interpretazione accattivante di Megan Northam: tutti gli ingredienti si uniscono per rendere il film un successo. Ma nel voler sperimentare così tanto, il regista perde l’intensità drammatica, la tensione straziante, che avrebbero reso questa allegoria del lutto difficile così assolutamente avvincente e commovente.

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