In occasione dell’uscita nelle sale il 10 novembre di “Tre Piani”, il suo nuovo film corale e morale, il regista italiano ha espresso fiducia nella sua carriera, rifiutando di collaborare con le piattaforme Internet e la sua volontà di dirigere film casalinghi indipendentemente dal fatto che sarà redditizio, divertente o tragico.
tre piani, La nuova Tata Moretti, che sarà nelle sale mercoledì 10 novembre, è un film corale in cui seguiamo, in tre epoche, gli abitanti di un bel palazzo di Roma. La cui vita è stata stravolta dall’incidente di uno di loro: un adolescente ubriaco al volante ha investito un passante… Il regista italiano, conosciuto a fine ottobre a Parigi, difende questo film serio e bello, abbastanza recente benvenuto dal Festival di Cannes, dove è stato presentato in concorso.
Scegliere un film corale, molto romantico, con diversi personaggi i cui destini si incrociano, è questa la tua risposta come regista alla follia della serie?
Guardando indietro, penso che ci siano dentro tre piani Qualcosa che le masse sequenziali non usano più: la densità. Spesso in una serie, ci sono quaranta o cinquanta minuti in cui gli spettatori si preparano per un’ultima scena accattivante fino a quando non vedono l’episodio successivo. Il mio film non è stato affatto costruito così: non ci sono sequenze fugaci, ogni scena è come un mini-film a sé stante. In questo senso sto parlando di densità, c’è una tensione costante. Non ho niente contro le soap opera, le guardo a volte, anche se non le vedo gioco del calamaro Quello di cui tutti parlano, e probabilmente non lo vedrò. Ma scrivo e dirigo ancora film per il cinema. Quando ho scoperto qualche anno fa che Martin Scorsese avrebbe fatto un film per Netflix (Irlandesi), Mi ha reso triste.
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