Dopo la prima promozione in U18 ad inizio stagione, sono passate alcune settimane da quando Romano Floriani Mussolini è passato alla Primavera (detta anche U19) dalla S (ocietà) S (portiva) Lazio. Arrivando da Roma. Per lui è un’occasione d’oro per creare un luogo e un nome per integrare la prima squadra, in Prima Divisione. Per quanto riguarda il nome, dovrebbe essere abbastanza veloce (se non è già stato fatto) ma per quanto riguarda il luogo, niente. È ancora scritto nella pietra.
Al giorno d’oggi, Mussolini Jr. (che è il nipote di Duchi) è ancora lontano da esso. Nelle ultime settimane le sue cinque partite con le giovanili della “Laziale” si sono concluse con quattro sconfitte (!) E un pareggio (questo mercoledì contro il Genoa U19).
Inizi più complessi del previsto
Per il (giovanissimo) difensore nato il 27 gennaio 2003 (18 anni), la realtà è stata brutale. Dopo aver trascorso un mese a gennaio a guardare, nelle sue prime 3 partite con la Primavera per la squadra rumena, è rientrato al 75 ‘della gara contro l’Empoli, U19, quando la sua squadra ha perso 3-1. Il risultato alla fine dell’incontro? 6-2, sempre a favore del club toscano ovviamente. Inizio complicato hai detto? Per il terzino, che può giocare anche a centrocampo, resta particolarmente difficile da digerire. Titolare delle tre gare successive (contro Atalanta U-19, Cagliari U-19 e Inter U-19), le delusioni seguono il giovane terzino destro. Risultati di gara? Altre 3 sconfitte (3-0, 2-1 e infine 3-1).
Finalmente la debolezza è arrivata questa settimana con il secondo punto preso dalla sua squadra da quando è entrato in Primavera Lazio (il primo punto si conteggia se si torna solo alle partite giocate durante). Durante questa partita, ha fornito il suo primo assist dopo una fuga precipitosa nell’area di rigore avversaria. Nonostante questo lieve miglioramento delle sue statistiche, l’esordio del giovane calciatore italiano è estremamente difficile.
Inoltre, d’ora in poi, avrà spalle forti per respingere la pressione e confrontarsi con il suo famigerato nonno. Anche se conferma che non vuole che ricordiamo il suo nome ma piuttosto la sua prestazione (nonostante il suo desiderio di mantenere “pesante” il nome di sua madre), i tifosi del pallone rimangono difficili da assorbire, soprattutto quando si gioca per i più solforosi. club in Italia.
Un passato solforoso
Basta ricordare Paulo de Canio, che è molto vicino al gruppo Ultras “Irriducibili” (irriducibili in francese) e noto per il suo forte carattere politico (estrema destra) e soprattutto per il suo “Duce! Duce!” Un omaggio a Benito Mussolini durante le partite casalinghe della Lazio. I festeggiamenti fascisti di Di Canio contro la Curva Sud e Nord e i tifosi del “Biancoceleste” (soprattutto durante il derby contro la Roma o contro la Juventus) hanno segnato profondamente il campionato e gli osservatori italiani. Si difenderà in particolare parlando del saluto romano, ma quest’ultimo è simile al saluto fascista, e l’unica differenza è di natura semantica. La sua ideologia fascista indica un passato doloroso che la maggior parte degli italiani vuole dimenticare.
Nonostante questo, alcuni lo coltivano ancora come l’antico suonatore romano. Il binomio Lazio-Mussolini poteva dunque separarsi da questa immagine ancora “fascista”?
La squadra giovanile di Laziale è attualmente ancora la penultima nel Campionato Italiano Under 19 e Romano Floriani Mussolini non aveva segnato il morale del suo gioco. C’è ancora più della metà delle partite che ha giocato (14 su 30), compreso l’importantissimo duello contro l’Ascoli U19, questo sabato alle 15, che conta solo due punti, quindi finalmente ha senso nel torneo Primavera. . Guai al perdente. Lunga vita al vincitore.
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