“Si informa che a partire dal 25 ottobre 2023 il servizio di rilascio dei visti presso l’Ambasciata d’Italia a Kinshasa sarà temporaneamente sospeso.” Attraverso questo messaggio sulla piattaforma X, ex Twitter, il governo italiano ha annunciato la sospensione del rilascio dei visti nel Paese dell’Africa centrale. Questa decisione arriva in un momento in cui il Paese ha lanciato un attacco su larga scala contro i canali di accesso sui territori autorizzati italiani in America Latina, Asia e Africa.
Nel continente in particolare, ottenere il visto è diventato la croce e lo slogan per molti utenti che desiderano intraprendere viaggi di lavoro, di studio o turistici. Inserisci l’appuntamento con la lance-pierre, la fisarmonica più comoda, e le funzioni di queste attività non troppo grandi per utilizzare oggetti semplici e fissare i singoli componenti via internet, per la consegna.er visto.
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Nel frattempo, il governo italiano, che subisce il peso del tormento dell’immigrazione clandestina, ha lanciato un’operazione su larga scala per scoprire documenti contraffatti che garantiscono l’accesso al paese. In Africa la scure è caduta a Kinshasa dove d’ora in poi, «per quanto riguarda le domande di visto di lunga permanenza (visti nazionali), sarà possibile presentare la domanda all’ambasciata italiana a Brazzaville». Per quanto riguarda i visti Schengen per soggiorni di breve durata, restano in vigore le normali procedure di richiesta presso il Centro Europeo Visti di Kinshasa.
Perché in questi due Paesi, infatti, le autorità italiane, con l’aiuto della polizia locale, sono riuscite a mettere le mani su vere e proprie reti di trafficanti che obbligavano i richiedenti a pagare cifre astronomiche per entrare in Italia. Trovarono così a Brazzaville e Kinshasa fascicoli senza riferimento, alcuni dei quali furono semplicemente distrutti, mentre altri erano documenti falsificati. In seguito a queste scoperte, i diplomatici italiani sono già stati convocati a Roma.
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L’operazione guidata dalla presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha permesso di inserire nella lista nera paesi come Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka, dove reti di trafficanti di esseri umani acquistano lotti di 50 visti per 20mila euro, e ne rivendono tra i 6mila e i 10. di loro. Mille euro a richiedente, compreso il biglietto aereo.
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