Thomas Siniecki, Media365: pubblicato domenica 1 ottobre 2023 alle 00:17
La situazione del Nagorno-Karabakh tocca inevitabilmente Henrikh Mkhitaryan, uno degli armeni più famosi al mondo (in pensione a livello internazionale dallo scorso anno).
Henrikh Mkhitaryan ha fatto l’impresa sabato, entrando insieme a Lautaro Martinez sullo 0-0 in campo della Salernitana, in avvio di ripresa (52esimo), e portando l’Inter al successo per 4-0 con la quadrupla dei Attaccante argentino. Ma la sua testa e il suo cuore erano altrove, verso il Nagorno-Karabakh da dove la popolazione armena dovette fuggire di fronte all’invasione dell’Azerbaigian. “In mezzo a questo orrore, abbiamo bisogno di assistenza umanitaria urgente attraverso il corridoio Lachine e il ponte aereo, e il dispiegamento di missioni internazionali di monitoraggio per fermare questi crimini contro l’umanità”, ha scritto nella settimana il trequartista armeno, che non esita a parlare di “pulizia etnica”.
“Questo conflitto ricorda le ore più buie”
“È urgente che i leader internazionali si alzino e utilizzino tutti i mezzi politici possibili per fermare le azioni militari nella regione. Questo conflitto ricorda i momenti più bui della storia, e se non possiamo riportare indietro le vittime delle atrocità del passato, c’è ancora tempo per evitare un genocidio nel Nagorno-Karabakh.” Tra il 1988 e il 1990 si erano già verificati scontri sullo stesso territorio tra Armenia e Azerbaigian, con il Nagorno-Karabakh che rappresentava un’enclave armena sul suolo azerbaigiano. Mkhitaryan ha concluso dicendo che gli si è spezzato il cuore leggendo le storie di traumi, perdite e gravi violazioni dei diritti umani di migliaia di famiglie armene sfollate con la forza in questo esodo di massa.
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