Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha parlato domenica (21 marzo) della questione migratoria e del rilancio della cooperazione economica tra i due paesi vicini durante un incontro a Tripoli con il capo del governo ad interim libico Abdel Hamid Dbeibah. Questa visita arriva pochi giorni dopo l’entrata in carica di un nuovo governo in Libia, responsabile di guidare la transizione fino alle elezioni di dicembre.
Secondo il gabinetto del signor Dbeibah, che si è ufficialmente insediato lunedì, le due parti lo hanno fatto “Discussione sulla cooperazione e temi di interesse comune, primo fra tutti l’immigrazione”.
La Libia è un importante punto di passaggio per decine di migliaia di migranti che ogni anno cercano di raggiungere l’Italia illegalmente attraverso il Mediterraneo.
“Oltre alla questione dei flussi migratori, ho ricordato che per noi era fondamentale rilanciare la cooperazione economica tra i nostri Paesi e confermato l’impegno dell’Italia a sostenere il processo di pace e sicurezza in Libia”, ha poi scritto su Instagram il signor Di Maio. “Italia e Libia sono unite da importanti interessi geostrategici”, Ha aggiunto.
Secondo il suo gabinetto, il capo del governo libico ha parlato anche con Claudio Descalzi, il boss del colosso italiano degli idrocarburi Eni, il “Mezzi per rafforzare la cooperazione nel campo delle energie rinnovabili”.
Un decennio di conflitti
Lo ha anche chiamato “Investire nei settori della salute, dell’istruzione e dell’elettricità”, quest’ultimo essendo “Una priorità assoluta per la Libia”, che subisce interruzioni di corrente quotidiane.
Il gruppo italiano, insediato nel ricco paese petrolifero dal 1959, da parte sua ha annunciato in un comunicato di esserlo “Continuerà a svolgere un ruolo importante nella produzione di gas grazie a nuovi progetti di sviluppo offshore”.
Luigi Di Maio è il primo funzionario europeo a visitare la Libia dalla formazione del nuovo governo di transizione. Il presidente tunisino Kaïs Saïed ha compiuto mercoledì una visita di Stato in Libia, a testimonianza del diradamento politico in questo paese nordafricano.
La Libia sta cercando di districarsi da un decennio di conflitto, dalla caduta della dittatura di Muammar Gheddafi nel 2011, un caos segnato dall’esistenza negli ultimi anni di potenze rivali, in Tripolitania (ovest) e Cirenaica (est).
Il nuovo esecutivo, che dovrebbe consentire di chiudere questo capitolo di divisioni, è nato da un processo Onu avviato a novembre a Tunisi e messo in orbita a febbraio a Ginevra, prima del voto di fiducia. “Storico” del Parlamento all’inizio del mese. Deve guidare la transizione fino alle elezioni previste per il 24 dicembre.
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