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Megaupload: un’ultima battuta d’arresto per Kim Dotcom in cambio della sua estradizione dalla Nuova Zelanda

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Megaupload: un’ultima battuta d’arresto per Kim Dotcom in cambio della sua estradizione dalla Nuova Zelanda

Martedì la corte suprema della Nuova Zelanda ha respinto l’ultima risorsa di Kim.com contro l’estradizione negli Stati Uniti, dove il fondatore di Megaupload.com è accusato di pirateria su scala industriale.

L’Alta Corte di Wellington ha respinto il ricorso del cittadino tedesco e di due dei suoi coimputati, ignorando la loro tesi secondo cui avrebbero dovuto affrontare un errore giudiziario.

“Non crediamo che la Corte dovrebbe fare qualcosa di più rispetto ai ricorsi proposti, data la nostra conclusione che non c’è stato errore giudiziario”, ha concluso il collegio di tre giudici.

Il colosso tedesco sospettato di aver sottratto milioni di dollari attraverso la sua popolare piattaforma di download online è accusato negli Stati Uniti di frode, estorsione e riciclaggio di denaro e il suo fondatore rischia fino a 20 anni di carcere.

Era l’ultima risorsa dell’uomo di Internet, il vero nome Kim Schmitz, quasi dieci anni dopo il sorprendente raid della polizia neozelandese su ordine dell’FBI nella sua villa dotcom, la sua lussuosa proprietà di Auckland, nel gennaio 2012.

Durante la lunga battaglia che seguì, la giustizia neozelandese emise verdetti sfavorevoli contro il tedesco e gli altri tre imputati, Matthias Ortmann, Bram van der Kolk e Finn Batatou per i quali le accuse furono ritirate.

Il 47enne ha reagito incautamente sui social media alla sua ultima battuta d’arresto legale.

“Non sono impressionato”, ha scritto su Twitter.

Kim Dotcom e i suoi soci sono sospettati di aver realizzato 175 milioni di dollari in profitti illeciti dalle loro attività e di aver causato perdite di oltre mezzo miliardo di dollari ai titolari dei diritti di musica, film e altri prodotti piratati.

Il sito web di Megaupload è stato chiuso dalla giustizia statunitense.

L’imputato si difende da ogni reato. Kim Dotcom afferma che le azioni legali sono state orchestrate dall’amministrazione dell’ex presidente Barack Obama per placare i potenti di Hollywood.

Megaupload è stato uno dei primi esempi di cloud computing, in cui gli utenti potevano caricare file archiviati su server rendendoli facilmente disponibili per il download.

Al culmine della sua attività, nel 2011, Megaupload contava 50 milioni di utenti giornalieri, il 4% del traffico Internet globale.

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