Anche l’Italia, che difende i propri interessi economici, vuole riprendere l’influenza danneggiata dopo dieci anni di guerra civile.
Nessun primo ministro italiano ha visitato Tripoli dal gennaio 2012. Meno di un mese dopo la formazione del governo di transizione, Mario Draghi ha scelto di fare la sua prima visita in Libia. Questa visita frettolosa fa certamente parte della marcia in corso dei capi di governo disposti a prendere parte alla ricostruzione del Paese. Ma la sua importanza simbolica lo rende almeno un evento geopolitico: “Come se Macron fosse appena stato eletto, è andato in Algeria” Indica il professore di relazioni internazionali in Italia, Jean-Pierre Dernes, che vede in lui la continuazione di un colonialismo mal assimilato, poiché Roma si considera ancora la salvatrice della Libia.
Leggi anche:Parigi, Roma e Berlino appaiono unite sul fronte libico
In ogni caso, l’Italia è venuta per difendere i propri interessi economici e cercare di riconquistare lì la sua influenza, che si è gravemente attenuata dopo dieci anni di divisioni politiche e di guerra civile. Altro, come un manager stampaMassimo Giannini, in questo viaggio, ha letto un Mario Draghi ancora più ambizioso
Questo articolo è solo per gli abbonati. Hai ancora il 68% da scoprire.
Abbonamento: 1 € per il primo mese
Può essere cancellato in qualsiasi momento
Già iscritto? Accesso
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.