L’11 luglio l’Italia ha vinto l’Euro sul prato di Wembley contro l’Inghilterra. Cinque mesi dopo, l’allenatore Roberto Mancini fa rivivere i ricordi nelle colonne de L’Equipe.
“La prima immagine che mi viene in mente? La gioia dei ragazzi dopo la vittoria in finale e la gioia di tutta l’Italia. È stato bellissimo per noi ma anche per tutta la nazione, per tutti gli italiani”, ha detto l’allenatore.
“Tutte le partite sono state fantastiche, dalla prima all’ultima. Abbiamo avuto partite difficili, ravvicinate. Certo, la prima che mi viene in mente è la finale, perché giocare a Wembley, contro l’Inghilterra non è niente. Ma superba anche quella contro il Belgio”.
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Una vittoria finale in cui Mancini credeva già con molti mesi di anticipo affermando che la sua squadra sarebbe andata all’Euro per vincere, mentre la Squadra Azzura è rimasta assente al Mondiale in Russia.
“Ci credevo davvero, altrimenti non l’avrei mai detto. In questi anni di lavoro abbiamo fatto molti progressi come squadra e l’ho visto ad ogni raduno. I nuovi giocatori si sono integrati perfettamente, il collettivo ha giocato. e quindi, sì, sapevo che potevamo vincere”, ha assicurato.
“Abbiamo dominato entrambe le partite contro la Svizzera”
Campione d’Europa in carica, il tecnico riconosce che lo status della sua squadra è cambiato, mentre dovrà passare attraverso le dighe per sperare di vedere il Qatar.
“Sì, probabilmente è un po’ più complicato. Ma abbiamo avuto tante occasioni per qualificarci prima, e i dettagli che prima funzionavano per noi si sono rivolti contro di noi. Abbiamo dominato entrambe le partite contro la Svizzera, e non ne abbiamo vinta nemmeno una”, si pentì.
Il tecnico ha parlato anche delle evoluzioni tattiche della Nazionale dal suo insediamento nel maggio 2018, che gli ha dato più slancio offensivo.
“Non dimentico che l’Italia ha vinto quattro Mondiali con quattro sistemi di gioco diversi. Quindi non credo che ci voglia un sistema o uno stile particolare per vincere. Quello che è chiaro è che abbiamo cercato di sviluppare un gioco più europeo, un calcio che oggi funziona. “
Una scelta puramente pragmatica, secondo lui: “Avevo i giocatori per farlo. L’importante era giocare divertendosi, per stare bene in campo. Volevo una squadra che giocasse, che avesse una sua identità. Ma questa è la mia scelta. , non è LA soluzione giusta . Non esiste una formula per vincere”.