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Lukaku insultato… poi licenziato – L’Orient Today

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Lukaku insultato… poi licenziato – L’Orient Today

Passano gli anni, ma in Italia la gestione degli episodi di razzismo negli stadi di calcio non avanza di una virgola. Martedì sera a Torino, Romelu Lukaku ne ha pagato ancora una volta lo scotto.

Il nazionale belga, l’Inter, è stato oggetto di insulti razzisti quando ha pareggiato dal dischetto al termine dell’andata della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus (1-1).

Ma la gioia di Big Room fu di breve durata. Dopo aver festeggiato questo gol davanti alla tribuna dei tifosi del Torino con il dito sulle labbra, si è alzato in piedi con sorpresa per essere ammonito per la seconda volta dall’arbitro Davide Massa.

Decisione inspiegabile

Questo rigore è inspiegabile in quanto l’attaccante sostiene di non voler nemmeno provocare i tifosi avversari con questo gesto che prima aveva “già festeggiato i gol”.

Ma anche se questa celebrazione è stata un affronto alla posizione del Torino, la decisione dell’arbitro italiano di squalificare un giocatore insultato piuttosto che interrompere la partita è sintomatica di almeno due mali che continuano ad affliggere il calcio italiano.

D’altro canto, la mancanza di istruzioni chiare al tribunale arbitrale da parte della Lega Italiana per dirimere questo tipo di situazioni è segno di una scarsa volontà di affrontare la questione di petto. C’è invece una certa mancanza di solidarietà tra i calciatori, e sono ancora troppo pochi per tendere a gesti di solidarietà verso i compagni vittime di insulti razzisti.

“Romelo merita le scuse della Juventus. Le autorità italiane dovrebbero sfruttare questa opportunità per combattere il razzismo invece di punire la vittima”, ha detto Roce Nation Sports International, l’agenzia che gestisce le sue comunicazioni.

“La storia si ripete. Ho vissuto di nuovo il 2019 e il 2023… Spero che questa volta il campionato agisca davvero”, ha scritto Lukaku su Instagram, riferendosi alle urla razziste di cui è stato bersaglio a Cagliari nel 2019 a cui non è seguito un pena.

Da parte sua, l’Inter ha rilasciato un comunicato stampa esprimendo la sua “solidarietà” alla sua stella.

Lazio condannata

In un comunicato separato, la Juventus ha affermato di essere “come di consueto, lavorando con le forze dell’ordine per identificare i responsabili dei gesti e delle urla razziste”.

E la Lega italiana ha confermato che “i club potranno identificare i colpevoli ed escluderli a vita dai propri stadi”. Anche il ministro dello sport italiano Andrea Abbudi e la Federcalcio belga hanno chiesto una lotta contro il razzismo su Twitter.

L’Italia non scopre il razzismo negli stadi con questo innumerevoli incidenti avvenuti in un container dove il portiere francese del Milan Mike Mignan è stato insultato nel settembre 2021. Ma questo episodio si svolge in un contesto teso mentre gli incidenti che coinvolgono i tifosi si moltiplicano.

Martedì Lazio e Roma sono state punite per il comportamento dei loro tifosi: cori antisemiti durante il derby della capitale a marzo contro la Laziale, slogan offensivi domenica durante una partita di campionato giallorosso.

La Lazio è stata condannata alla chiusura del proprio settore destinato agli “ultras”, ma la sanzione è stata sospesa per la “collaborazione” del club con le autorità per l’identificazione degli autori.

Noto per aver ospitato un gruppo di neofascisti, il club aveva già disputato una partita senza “ultra” a gennaio, dopo le grida razziste di alcuni tifosi contro i nerazzurri Samuel Umtiti e Lamek Banda.

Tensioni a Napoli

La Roma è stata multata di 8.000 euro, una sanzione lieve grazie al gesto del suo allenatore Jose Mourinho: quest’ultimo è intervenuto per arginare le grida dei tifosi definendo il suo omologo della Sampdoria, il serbo, uno “zingaro”.

“Mourinho ha dato una lezione, che ora deve solo essere seguita”, ha sentenziato mercoledì

La Gazzetta dello Sport, in un editoriale, lamenta che i giocatori di Serie A “il più delle volte preferiscono abbassare la testa e chiudere gli occhi”.

Oltre a questi incidenti, ci sono tensioni regolari tra i tifosi. Dopo i violenti scontri autostradali di inizio gennaio, ai tifosi di Roma e Napoli è stato impedito di seguire le loro squadre in movimento per due mesi fino a metà marzo.

A Napoli, nonostante il clima di festa in città per il terzo scudetto della storia del club quasi in tasca, le tensioni erano evidenti anche domenica prima di affrontare il Milan.

I tifosi ultra napoletani hanno protestato prima della partita, in particolare contro i prezzi per i posti in Champions League. Durante la partita una parte di loro ha taciuto e si sono verificati incidenti con altri tifosi del club che non hanno capito questo comportamento.

prova, se ce ne fosse bisogno, che di anfiteatri italiani si parlerà sempre quanto loro.

Regno Unito con AFP

Passano gli anni, ma in Italia la gestione degli episodi di razzismo negli stadi di calcio non avanza di una virgola. Martedì sera a Torino, Romelu Lukaku ne ha pagato di nuovo lo scotto, e il nazionale belga dell’Inter è stato oggetto di insulti razzisti quando ha pareggiato dal dischetto al termine dell’andata della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus…

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