Pechino rafforzerà la presa su Pirelli? È la paura che fa tremare i corridoi dei ministeri a Roma. Il passaggio del gruppo milanese sotto bandiera cinese nel 2015 aveva già fatto scalpore oltralpe. L’Italia ha poi pianto la perdita del controllo di una simbolica ammiraglia industriale, equivalente o quasi alla Fiat. Oggi, il nuovo quadro proposto dagli azionisti della rivale della francese Michelin getta sale sulla ferita aperta.
Il conglomerato cinese guidato dal colosso chimico Sinochem è il maggiore azionista di Pirelli con una quota del 37%. E’ vincolata da un patto con il secondo investitore, la holding Camfin dell’amministratore delegato Marco Tronchetti Provera, che detiene una quota del 14,1%. Le due parti hanno deciso nel maggio 2022 di rinnovare il loro accordo per un periodo di tre anni e hanno inteso sottoporlo quanto prima all’assemblea dei soci. Il colosso italiano dei pneumatici ha annunciato che sospenderà la sua decisione fino al 29 giugno per consentire al governo Meloni di decidere. Quest’ultimo ha tempo fino al 23 giugno per porre il veto ai soci del produttore di pneumatici, in virtù dei “poteri d’oro” di cui dispone per tutelare asset strategici per l’interesse nazionale.