Dovevamo vincere contro la Macedonia del Nord per poterci permettere il pareggio lunedì prossimo contro l’Ucraina e l’Italia ha vinto ieri sera, in un Olimpico fornitissimo e tutto per la sua causa. Ma il punteggio, piuttosto spettacolare, non racconta tutta la storia di una partita sensazionale, dove gli Azzurri hanno visto emergere fantasmi che credevano di aver scacciato con un gesto della mano, loro che a metà giro erano avanti 3-0. tempo. Quando si sono appena saltate due finali di Coppa del Mondo dopo due sconfitte agli spareggi, due fiaschi vissuti come un trauma, i dubbi non sono mai lontani e il pubblico romano ha potuto constatarlo a sua volta. Andava tutto molto bene, poi tutto è andato storto e, quando la Macedonia è tornata sul 3-2, a un quarto d’ora dalla fine, le azzurre non erano in vantaggio, improvvisamente più piccole in campo, coinvolte dal recente passato e dalle vertigini. di ciò che è in gioco.
Per 10 minuti lo stadio si è teso
Dovremo davvero gestirla meglio di lunedì a Leverkusen, dove l’Ucraina ospiterà la Nazionale in una partita decisiva. L’Italia, detentrice del titolo, dovrà prendere almeno un punto per convalidare la propria qualificazione; altrimenti andrà ai play-off per il ritorno dell’incubo, dopo il fallimento nel 2017 contro la Svezia e già nel 2022 contro la Macedonia. Così va questa selezione, che ha giocatori da vincere ma fiducia fragile: niente è mai semplice, nemmeno battere in casa i macedoni, già eliminati. Guidati dal talento di Federico Chiesa, gli italiani pensavano di aver fatto la parte difficile nella ripresa. In un primo atto a senso unico, Darmian apre le marcature di testa, dopo un calcio d’angolo giocato in due tempi (17esimo), e i torinesi segnano una doppietta, con uno splendido tiro di tacco di Barella (41esimo). ), poi su un tentativo arricciato e deviato (45°+2). Basta dimenticare il rigore sbagliato da Jorginho, ancora (39esimo), il terzo consecutivo nella selezione, con questo piccolo salto di capra prima del tiro che perde molto del suo fascino quando il tentativo viene sbagliato.
Il vantaggio è comodo, ma non sufficiente: meno aggressivi, troppo facili, gli azzurri hanno preso due gol sui primi due tiri in porta della Macedonia, su doppietta del centrocampista Atanasov che fino a quel momento non aveva mai segnato in selezione. Non c’entra Donnarumma, tra un colpo di testa a bruciapelo in mezzo ad una difesa addormentata (52esimo), e un tiro dalla distanza deviato da Acerbi (74esimo). Per dieci minuti lo stadio si irrigidisce e la palla diventa calda nei piedi degli italiani, ma Raspadori, ben lanciato da Barella, dà il cambio a tutti (81esimo) prima dell’ultimo tocco di El Shaarawy nel recupero. Contro l’Ucraina dovremo essere più costanti, ma gli azzurri hanno le carte in mano e Chiesa è in gran forma: “È formidabile quando parte da sinistra, ha la tecnica e la potenza”ha ammirato il suo allenatore, che lunedì vivrà la sua prima serata di grandi emozioni sulla panchina della selezione.
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