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L’Italia “ostacolerà” il soccorso in mare delle Ong

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L’Italia “ostacolerà” il soccorso in mare delle Ong

L’Italia sta cercando di ostacolare i soccorsi dei migranti nel Mediterraneo? E’ quanto denunciano diverse Ong dopo l’entrata in vigore questa settimana di un decreto che impone, tra l’altro, che le navi di soccorso si rechino “senza indugio” in un porto italiano dopo ogni operazione di soccorso.

Questa ingiunzione del governo italiano di estrema destra mira, secondo le ONG, a “mantenere le navi (…) fuori dall’area di salvataggio per periodi prolungati” e va contro il diritto marittimo internazionale.

“Il divieto di soccorsi multipli è contrario all’articolo 98 di una Convenzione delle Nazioni Unite che impone al comandante di un’imbarcazione di soccorrere tutte le persone in pericolo in mare”dice Nazzarena Zorzella, esperta di diritto dell’immigrazione presso l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

Una ventina di organizzazioni, tra cui Medici Senza Frontiere, hanno espresso la loro profonda preoccupazione per il testo emanato dal governo italiano di estrema destra. In un comunicato stampa congiunto, le Ong chiedono una forte reazione da parte dell’Europa.

Ad esempio, l’anno scorso abbiamo soccorso 3.848 persone, se dovessimo tornare in porto dopo ogni operazione di soccorso, potremmo soccorrere solo 1.035 persone, un quarto di quello che abbiamo fatto“, spiega Juan Matias Gil, responsabile delle operazioni di soccorso in mare di MSF.

Altra novità, ora il governo impone alle Ong di raccogliere le domande di asilo a bordo delle navi di soccorso, in modo che la procedura amministrativa sia curata dal Paese di cui le navi battono bandiera.

Il governo di Giorgia Meloni è salito al potere in ottobre promettendo di fermare l’arrivo dei migranti in Italia. Le ONG sono minacciate di pesanti sanzioni finanziarie se non rispettano le nuove regole.

Nel 2022, circa 105.000 persone sono arrivate nel Paese via mare. Ma la maggior parte è stata soccorsa e portata a terra dalla marina italiana o dalla guardia costiera, non da navi umanitarie.

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