L’aumento dei prezzi ha rallentato bruscamente in Italia durante il primo mese del 2023, scendendo al 10,1% su base annua, dall’11,6% di dicembre, secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat).
Per il secondo mese consecutivo l’inflazione è rallentata a gennaio, sia in Europa che in Italia. Secondo i dati provvisori pubblicati oggi, mercoledì, dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), l’indice dei prezzi al consumo ha registrato a gennaio un aumento del 10,1% in un anno, rispetto all’11,6% dello scorso dicembre.
Il rallentamento è dovuto principalmente all’inversione di tendenza dei prezzi delle materie prime energetiche regolamentate (da +70,2% a -10,9%) e del rallentamento dei prezzi energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,6%), nonché dei prodotti alimentari non lavorati ( da +9,5%) a +8,0%).
Al contrario, l’indice dei prezzi degli articoli di acquisto ad alta frequenza (passando da +8,5% a +9,0%) e dei prodotti alimentari trasformati ha accelerato la sua avanzata, balzando al 15,2% dal 14,9% del mese scorso.
Il paniere medio comprende, come ogni anno, alcuni nuovi prodotti che rappresentano l’evoluzione dei consumi delle famiglie, come i nuovi prodotti bio nel 2023, i massaggi e la riparazione dello smartphone.
L’inflazione italiana è più alta di quella dell’Eurozona
Il crollo dei prezzi dell’energia ha beneficiato anche l’intera area euro, con l’inflazione che è scesa più dell’Italia, scendendo all’8,5% di gennaio dal 9,2% di dicembre, secondo i dati pubblicati da Eurostat.
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