Elisabeth Borne ha rifiutato di commentare i risultati delle elezioni italiane di lunedì mattina, nascondendosi dietro il fatto che Giorgia Meloni non era ancora stata nominata Presidente del Consiglio. Ciononostante: la coalizione di estrema destra guidata dal leader dei Fratelli d’Italia ha vinto largamente le elezioni legislative di domenica. Solo che in Italia il percorso che porta alla nomina del capo o del capo del governo può essere tortuoso e trascinarsi.
In passato, questo processo ha richiesto da poco meno di quattro a dodici settimane. In generale, più chiaro è il risultato della votazione, minore è il ritardo, anche se alcune fasi sono incomprimibili. È già certo che l’Italia sarà rappresentata dal Presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi al vertice informale dei Capi di Stato e di governo dell’Unione europea che si terrà a Praga il 7 ottobre. Andando avanti, ecco i prossimi passi del processo politico che ci attende.
Lunedì sono attesi i risultati ufficiali
Il ministero dell’Interno pubblica sul proprio sito i risultati ufficiali dello spoglio delle schede in arrivo e l’esito finale (o quasi) dovrebbe essere noto lunedì in giornata.
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Gli eletti si incontrano
I neoeletti del Senato e della Camera dei Deputati devono, secondo la Costituzione, riunirsi entro 20 giorni dallo svolgimento delle elezioni, e cioè entro il 15 ottobre. Alla loro prima riunione plenaria, devono eleggere i rispettivi presidenti e solo allora inizia il processo di nomina del governo.
Il presidente inizia le consultazioni
In Italia la tradizione politica è che il Presidente della Repubblica avvii consultazioni sulla nomina del nuovo capo del governo da parte dei presidenti delle due Camere, seguiti dai vertici dei principali partiti ed eventualmente dai vertici dei gruppi parlamentari.
Se il risultato elettorale è chiaro, queste consultazioni sono brevi – circa due giorni – ma in caso contrario possono durare fino a una settimana, dopodiché il Capo dello Stato incarica una personalità di formare un nuovo governo.
Quest’ultimo accetta il mandato “con riserva”, avvia le trattative con i suoi alleati sugli incarichi ministeriali e sul programma. Al termine di queste trattative, se tutto va bene, il potenziale candidato va dal presidente e “solleva la sua riserva”.
E, infine, il governo
Il nuovo governo viene quindi immediatamente annunciato e prestato giuramento davanti al Presidente della Repubblica lo stesso giorno o al più tardi il giorno successivo, dopodiché si reca a Palazzo Chigi, sede dell’esecutivo, per il trasferimento dei poteri con il dimissioni governo.
Nella storia recente sono stati registrati due record: Silvio Berlusconi ha impiegato solo 24 giorni nel 2008 per trasferirsi a Palazzo Chigi, mentre Giuseppe Conte ha impiegato ben 89 giorni nel 2018 per completare lo stesso viaggio.
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