MONTREAL – Lo stress cronico innesca un effetto a catena biochimico che modula la composizione del microbioma intestinale. Lo dimostra uno studio condotto sui topi da ricercatori cinesi.
I ricercatori affermano che questo ci permette di comprendere meglio come lo stress cronico aumenti il rischio di vari problemi di salute, dalla sindrome dell’intestino irritabile alla depressione.
“I meccanismi più studiati sono quelli trasmessi dall’intestino e dai microbi intestinali al cervello”, ha commentato il professor Vincenzo Di Marzio, specialista in microbioma intestinale presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Laval. D’altra parte, i meccanismi che lasciano il cervello e raggiungono il microbiota intestinale non sono ben conosciuti, quindi penso che questo sia uno studio molto importante.
Ricercatori cinesi hanno scoperto che i topi esposti a stress cronico per due settimane avevano meno cellule il cui ruolo è quello di proteggere l'intestino dagli agenti patogeni.
Più precisamente, hanno scoperto che una sostanza prodotta dai batteri intestinali che si moltiplicano in presenza di stress, interferisce con il meccanismo che normalmente permette alle cellule staminali intestinali di trasformarsi in cellule protettive.
Il professor Di Marzo spiega che lo studio non spiega come lo stress porti alla proliferazione di questi batteri.
Ha spiegato: “(I ricercatori) hanno identificato un nuovo meccanismo attraverso il quale il cervello, sotto stress, modifica l'attività del sistema nervoso autonomo periferico che colpisce il tratto digestivo”. In un modo non ancora ben compreso, influenza la composizione del microbiota intestinale aumentando le specie di batteri che producono un metabolita che influenza la proliferazione delle cellule staminali intestinali.
I ricercatori hanno poi trovato livelli più elevati di questi batteri e della sostanza in questione nelle feci degli esseri umani che soffrono di depressione, rispetto alle feci degli esseri umani sani.
Non è un segreto che lo stress svolga un ruolo di primo piano nell’insorgenza di molte malattie psicosomatiche. Numerosi studi hanno inoltre dimostrato, negli ultimi anni, che il microbiota intestinale ha un impatto che stiamo appena iniziando a misurare su molteplici aspetti della salute.
Il professor Di Marzo ha affermato che le nuove conoscenze che ci permettono di comprendere un po’ meglio la relazione tra stress e microbioma sono molto utili, non solo perché fanno luce per la prima volta sulla relazione tra cervello e intestino piuttosto che sulla relazione tra il cervello e l'intestino. Metodo alternativo.
“Se esiste un modo per il cervello di controllare la produzione di determinati metaboliti da parte del microbiota intestinale, il cervello può anche indirizzare il microbiota verso funzioni protettive o funzioni che contribuiscono alla malattia, ovviamente attraverso l'intestino”, ha concluso.
I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista medica Cell Metabolism.
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