Inserito da Angelo Amante
ROMA (Reuters) – La più alta corte del Paese ha stabilito martedì che il duro sistema carcerario a cui sono sottoposte le mafie italiane che si rifiutano di testimoniare contro i loro complici è contro la costituzione e ha chiesto al parlamento italiano di emendare la legge nell’anno.
In Italia, ai criminali condannati all’ergastolo per reati legati alla mafia non può essere concessa la libertà condizionale o agevolazioni per buona condotta solo se forniscono informazioni che potrebbero aiutare le autorità nelle loro indagini.
Secondo i giudici italiani, questa sentenza è necessaria per convincere la mafia a collaborare, ma la Corte costituzionale ritiene che pone i condannati in un dilemma inaccettabile e mette a rischio le loro famiglie.
Le famiglie mafiose che collaborano con il sistema giudiziario sono spesso oggetto di vendetta.
In un comunicato, il tribunale ritiene che i criminali rischiano di affrontare una “tragica scelta” tra cooperare per garantire la propria libertà e mettere così in pericolo i propri cari, o abbandonarla per la propria protezione.
Nel 2019 anche la Corte europea dei diritti dell’uomo ha criticato il sistema carcerario italiano per gli stessi motivi.
I giudici della Corte costituzionale hanno chiesto al Parlamento di modificare la legge entro maggio 2022. In caso contrario, il tribunale può utilizzare i suoi ampi poteri per applicare autonomamente le modifiche legislative necessarie.
L’Italia ha rafforzato le condizioni carcerarie per i mafiosi a seguito di una serie di attentati mortali negli anni ’80 e ’90 che culminarono con gli omicidi del 1992 di due giudici antimafia: Paolo Borsellino e Giovanni Falcon.
(Angelo Amanti, versione francese di Laura Marchoreau, a cura di Jean-Michel Bello)
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